lunedì 27 luglio 2015
​Il quotidiano britannico di sinistra dedica la homepage al "rischio genocidio" denunciato dal Papa. E fa la lista dei 25 paesi dov'è più difficile vivere la fede.
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Non che ci fosse bisogno che lo dicesse il Guardian. Ma se anche l'autorevole quotidiano della sinistra britannica lo sbatte in apertura di homepage, vorrà dire che lo scandalo dei cristiani perseguitati comincia a smuovere qualche coscienza. "Cristiani. Milioni a rischio mentre cresce la persecuzione in tutto il pianeta", questo è il titolo. La foto d'apertura mostra donne e bambini passati al metal detector davanti alla chiesa di Nostra Signora della Consolazione a Garissa in Kenya, teatro di un recente eccidio.Nell'articolo si ricordano le parole di papa Francesco, che ha messo in guardia contro il rischio di "una forma di genocidio". E quelle dell'arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, secondo il quale i cristiani subiscono persecuzioni in quasi metà delle 38 province anglicane sparse nel mondo. E si riporta la denuncia di David Alton, barone e parlamentare Liberal Democrat (non esattamente un conservatore), sostenitore di una campagna a favore della libertà religiosa. Secondo i dati che cita, nel mondo quasi un cristiano su 10 subirebbe limitazioni o discriminazioni (fino alla persecuzione vera e propria) per motivi legati alla sua fede. Su 2,2 miliardi di cristiani nel mondo, 200 milioni sarebbero vittima di ingiustizie in oltre 60 paesi.

Tra i casi più eclatanti, saliti alla ribalta dei media internazionali, vengono ricordati il rapimento da parte di Boko Haram delle oltre 270 studentesse di Chibok in Nigeria, la decapitazione da parte dell'Is dei 21 egiziani copti, l'uccisione di 147 persone nel campus universitario di Garissa in Kenya e il caso di Meriam Ibrahim, la giovane madre sudanese che ha partorito in carcere ed è scampata a una condanna a morte. Ma vengono citati anche casi meno noti, come quello di 5 sacerdoti cattolici uccisi in Messico nel 2014.Tra le voci sentite da The Guardian, spiccca quella del cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster e guida della Chiesa cattolica in Inghilterra e Galles. Il quale ammonisce: "Sarebbe un grave errore ridurre tutto a un conflitto tra musulmani e cristiani". Come purtroppo hanno cominciato a fare i primi autori di commenti postati sul sito.Ma l'articolo non si limita alla denuncia e al dibattito. Segnala anche, in un link di approfondimento, quali sono i 25 paesi del mondo dove è più difficile essere cristiani. Il primo è la Corea del nord. Seguono, nell'ordine: Somalia, Iraq, Siria e Afghanista. Ma ci sono anche paesi come le Maldive, l'Uzbekistan, il Qatar, l'Arabia Saudita. E il vicino Egitto.
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