venerdì 17 aprile 2015
​Chiedono che l'assassino del figlio, ucciso nell'attentato compiuto alla maratona di Boston, resti in carcere tutta la vita rinunciando ad eventuali appelli.
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I genitori di Martin Richard, il bimbo di otto anni morto durante l'attentato alla maratona di Boston, il 15 aprile 2013, non vogliono la pena di morte per Dzhokar Tsarnaev, il ceceno giudicato colpevole dell'attacco. Secondo quanto hanno dichiarato ai media statunitensi, infatti, il tentativo dei procuratori di ottenere la pena capitale per Tsarnaev potrebbe prolungare ancora l'estenuante angoscia delle famiglie delle vittime. "Siamo a favore e sosteniamo che il Dipartimento di Giustizia tolga la possibilità della pena di morte dal tavolo", hanno scritto Bill e Denise Richard in un comunicato pubblicato sul Boston Globe. "In cambio però il condannato dovrà passare il resto della sua vita in carcere senza possibilità di rilascio e rinunciando a tutti i diritti di fare appello", hanno continuato. "Sappiamo che il governo ha le sue ragioni per chiedere che venga giustiziato, ma cercare di ottenere quella punizione potrebbe portare ad anni di appelli, facendoci rivivere ancora a lungo il giorno più doloroso della nostra vita", hanno affermato ancora i genitori di Martin. Il più giovane dei due fratelli Tsarnaev è stato giudicato colpevole la settimana scorsa di 30 capi di accusa per l'attentato dell'aprile 2013, nel quale sono morte tre persone e oltre 260 sono rimaste ferite. Dei capi d'accusa, 17 prevedono la possibilità della pena di morte. Tamerlan, il maggiore dei due ceceni, perse invece la vita in uno scontro a fuoco con la polizia quattro giorni dopo la strage.
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