martedì 3 settembre 2013
​Il presidente russo: senza Onu è un'aggressione. Ma il leader Usa incalza l'Ue: la risposta dev'essere militare. Al vertice in Russia fredda stretta di mano tra i due protagonisti. Mosca intanto muove altre navi del Mediterraneo. Cameron: nuove prove sui gas.
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REPORTAGE Il limbo alla frontiera con il LIbano di Giorgio Ferrari | I profughiFOTO (Avsi)VIDEO (Acnur)
TWITTER DIARIO DALLA SIRIA di Giorgio Ferrari
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Il regime di Assad nel fare ricorso ad armi chimiche ha violato la legge internazionale: lo ha ribadito il presidente americano, Barack Obama, nel corso dell'incontro bilaterale - avvenuto a margine del G20 - col premier giapponese, Shinzo Abe. Poi Obama ha ripetuto gli stessi concetti ai rappresentanti della Ue. Di fronte alla richiesta europea di valutare anche altre opzioni, il presidente americano ha tagliato corto: la risposta nei confronti della Siria deve essere militare. E con Putin c'è stata solo una stretta di mano di circostanza. Per il resto i due si sono tenuti a debita distanza.E da New York  l'ambasciatrice americana all'Onu Samantha Power getta benzina sul fuoco, accusando la Russia di continuare a tenere il Consiglio di Sicurezza in ostaggio.Intanto il premier britannico David Cameron annuncia che Londra è in possesso di nuove prove sull'utilizzo di armi chimiche a Damasco. In un'intervista alla Bbc, Cameron dice che "i campioni sono stati esaminati" da esperti presso i laboratori di Porton Down, in Inghilterra.Tensione Putin-ObamaI russi che avvertono che davanti alla Siria c’è anche la loro flotta e che l’“ammazza navi” Moskva la sta raggiungendo. Il presidente Barack Obama e il collega russo Vladimir Putin tenuti lontani al tavolo dei lavori del G20. Sembrano proprio scene da Guerra fredda. E dire che la giornata sembrava essersi aperta positivamente, con quella che molti avevano – forse un po’ frettolosamente – letto come un’“apertura” di Putin a un possibile attacco contro Damasco. Intervistato dalla televisione di Stato russa e dall’agenzia americana Associated Press, il leader del Cremlino aveva risposto: «Non lo escludo» alla domanda se avrebbe avallato una risoluzione Onu a favore di un attacco in presenza di prove certe sull’uso di armi chimiche da parte del regime di Bashar al-Assad. Il problema è che nella stessa intervista Putin ha negato che tali prove ci siano: «Non abbiamo dati su quelle sostanze chimiche – dichiarava –, non è chiaro se siano state usate vere armi chimiche o semplicemente sostanze dannose, e da parte dell’esercito del governo ufficiale». In Siria, aggiungeva il leader russo, «è attiva la cellula più importante del gruppo, conosciuta come il Fronte al-Nursa, una unità di al-Qaeda». Più tardi, Putin accusava il segretario di Stato Uso John Kerry di aver «mentito» sul ruolo di al-Qaeda. E, in serata, il ministero degli Esteri russo ha a sua volta diffuso la notizia secondo la quale esperti russi avrebbero affermato di aver trovato le prove secondo le quali le armi usate nell’attacco chimico in Siria del 21 agosto sono «simili» a quelle costruite da un gruppo ribelle. Soprattutto, avvertiva il presidente russo, senza l’avallo dell’Onu, il Congresso Usa sta «legittimando un’aggressione» alla Siria. «Tutto quello che va oltre l’inquadramento del Consiglio di sicurezza dell’Onu – ha aggiunto – a meno che non si tratti di autodifesa, è un’aggressione». Nell’intervista Putin non ha mancato di ricordare che la Russia ha già fornito alla Siria componenti per i missili terra-aria S-300. Per ora Mosca ha bloccato la fornitura delle parti mancanti, ma le cose potrebbero cambiare qualora «fossero violate le norme internazionali esistenti». Poco dopo, l’agenzia russa Interfax diramava un dispaccio citando fonti dello Stato maggiore di Mosca secondo le quali «se necessario, insieme ai sottomarini, le navi russe sono in grado già oggi di condizionare un confronto militare, siamo in grado di fare fronte a emergenze». Con la famigerata “Moskva” in arrivo entro domani nel Mediterraneo Orientale. Intanto, giunto a Stoccolma sulla via di San Pietroburgo, suonava tutt’altra musica il presidente Usa Barack Obama. La comunità internazionale «non può restare in silenzio» di fronte all’uso delle armi chimiche da parte del regime siriano contro il suo popolo, avvertiva. Serve invece «un’efficace risposta che faccia da deterrente ad utilizzi analoghi nel futuro». E le famose prove? «Rispetto i protocolli che l’Onu deve seguire – ha replicato il capo della Casa Bianca – e il difficile lavoro fatto dagli ispettori, ma crediamo fermamente che le armi chimiche siano state usate e che le abbia usate Assad». A dare manforte a Obama anche i servizi segreti tedeschi Bnd, che, riferisce la <+corsivo>Reuters<+tondo>, avrebbero intercettato una telefonata tra un membro dell’Hezbollah libanese e un funzionario dell’ambasciata iraniana in cui si affermerebbe che Assad avrebbe ordinato l’attacco chimico. «In gioco non è la mia credibilità – spiega Obama – ma quella della comunità internazionale. E quella dell’America e del Congresso, perché noi difendiamo la nozione che queste norme internazionali (che vietano l’uso di armi biologiche e chimiche, ndr) sono importanti». Quanto al presidente russo, «mi chiedete se spero – ha detto ancora Obama – che il signor Putin cambi la sua posizione. Ho sempre speranza e continuerò a interloquire con lui». Certo è che ieri a San Pietroburgo si è dovuta abbandonare la tradizione di utilizzare l’alfabeto del paese ospite – in questo caso il cirillico – perché avrebbe messo Obama vicinissimo a Putin, divisi solo dal re saudita Abdullah. Con l’alfabeto latino, invece, tra i due presidenti si troveranno, oltre al Regno saudita, Cina, Corea del Sud, Regno Unito e Turchia. Sembrano proprio i tempi di Leonid Brezhnev e Jimmy Carter.

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