giovedì 30 gennaio 2014
La denuncia di Human Rights Watch: «Cancellati dalle mappe geografiche interi isolati» che ospitavano i ribelli. Il governo: solo una «riorganizzazione urbana». GUARDA PRIMA/DOPO
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Il governo siriano ha raso al suolo migliaia di case come "punizione collettiva" di comunità che appoggiano l'opposizione, tanto nella capitale Damasco quanto nella provincia di Hama. La denuncia arriva dall'Ong Human Rights Watch, che in un rapporto accusa il regime di aver "cancellato dalle mappe geografiche interi quartieri" con bulldozer ed esplosivo. "Queste demolizioni illegali sono solo le ultime novità di una lunga lista di crimini commessi", è la denuncia.Il gruppo, che ha sede a New York, ha documentato 7 casi, tra il luglio 2012 e il luglio 2013: due nella provincia di Hama e cinque a Damasco. Utilizzando immagini satellitari, si riesce a stimare la superficie distrutta che sarebbe di almeno 140 ettari, l'equivalente di 200 campi da calcio.La Ong pubblica alcune delle immagini sul suo sito (http://www.hrw.org/node/122732): facendo scorrere la tendina verticale sulle foto si ottiene un immediato confronto fra il "prima" e il "dopo". A distanza di pochi mesi interi isolati di abitati civili risultano letteralmente rasi al suolo, spianati.Secondo l'Ong, le zone colpite erano tutte note roccaforti dell'opposizione e dunque appare poco credibile la difesa del governo secondo cui le demolizioni rientrerebbero in un "piano di riorganizzazione urbana" (per il quale si sarebbe scelto, con grande tempismo, il divampare della sanguinosa guerra civile).

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