lunedì 12 maggio 2014
​Si rischia una crisi umanitaria nella metropoli spaccata tra lealisti e ribelli. L'acquedotto tagliato dai qaedisti.
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Aleppo è senza acqua potabile da oltre una settimana: l'antica metropoli siriana del nord, da quasi due anni divisa in quartieri controllati dal regime e altri in mano a miliziani sempre più radicali, rischia di essere presto il teatro di una catastrofe umanitaria a causa dell'interruzione dell'erogazione dell'acqua corrente a milioni di civili, già esposti a quotidiani bombardamenti aerei e di artiglieria e spesso privati per giorni dell'elettricità.L'appello giunge disperato da un folto gruppo di attivisti della società civile locale, che chiede alle parti in guerra e alla comunità internazionale di intervenire quanto prima per salvare la popolazione locale dalla sete e da epidemie dovute alla mancanza di igiene.Otto giorni fa, miliziani qaedisti della Jabhat an Nusra, che dicono di combattere il regime del presidente Assad e che controllano assieme ad altri insorti radicali alcuni quartieri orientali della città, hanno chiuso le condotte della stazione di pompaggio d'acqua nel quartiere periferico di Suleiman al Halabi, che di fatto assicura il rifornimento idrico dal fiume Eufrate all'intera provincia.  "Il loro intento era quello di non far arrivare l'acqua ai quartieri occidentali, controllati dalle forze lealiste", afferma Alaa as Sayyed, un avvocato capofila dell'iniziativa della società civile locale. "La chiusura parziale - ha aggiunto Sayyed - ha danneggiato l'intera rete di distribuzione, lasciando a secco gran parte della città". I miliziani hanno inoltre impedito agli impiegati della società idrica locale di accedere alla centrale. "Senza gli esperti la rete idrica rischia di esser danneggiata in modo grave e di causare una catastrofe umanitaria", afferma dal canto suo l'organizzazione Madani (Civile), che ad Aleppo e in altre regioni della Siria ha l'obiettivo di "sostenere la società civile verso una transizione democratica".  Dopo esser stata per circa un anno fuori dal circolo della violenza scaturita con la repressione governativa delle proteste del 2011, nell'estate del 2012 Aleppo è stata travolta dalla guerra con l'arrivo dalle campagne di brigate di ribelli che hanno gradualmente preso il controllo della parte orientale della città. Mentre il regime non cessa di bombardare con barili esplosivi e con missili balistici i quartieri residenziali di Aleppo solidali con la rivolta, l'opposizione armata in città si è sempre più radicalizzata in senso islamico fino a essere guidata ora dai qaedisti locali e da altri gruppi estremisti. Testimonianze da Aleppo parlano di lunghe code di civili ai pozzi e alle fontane per raccogliere acqua pulita. "Ci sono già sintomi di malattie causate dall'assenza di acqua o dal contatto con acqua inquinata", si legge nel comunicato diffuso da Madani. "Con l'arrivo dell'estate il rischio è di un'epidemia di malattie cutanee", anche a causa della scarsità di medici e di cliniche attrezzate, in particolari nella zona orientale di Aleppo controllata dagli insorti.
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