lunedì 7 gennaio 2013
​Il ministro dell'Istruzione scrive ai provviditori: vigilanza sull'omofobia; la circolare in risposta alla lettera degli istituti cattolici ai presidi nella quale si chiedeva di far discutere nelle classi il disegno di legge. 
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A una settimana dalla giornata nazionale di manifestazioni contro la bozza di legge socialista sulle nozze e adozioni gay, il clima si surriscalda in Francia. Nonostante il fronte della protesta sia particolarmente trasversale, includendo credenti e non, tutte le principali religioni, intellettuali e persino esponenti di associazioni gay, l’esecutivo ha inviato nelle ultime ore avvertimenti molto espliciti all’indirizzo preciso del mondo cattolico, indicando in particolare che non tollererà «derive» all’interno delle scuole cattoliche sotto contratto con lo Stato, ovvero la stragrande maggioranza. Ieri, il presidente François Hollande in persona ha appoggiato la strategia del ministro dell’Istruzione, Vincent Peillon, che ha inviato una circolare ai provveditori per chiedere «massima vigilanza» verso gli istituti cattolici, in modo da evitare «fenomeni di rifiuto e di stigmatizzazione omofobi». Sempre Peillon, aveva definito «un errore» la missiva inviata dai vertici dell’“Insegnamento cattolico”, la rete di tutti gli istituti cattolici, che ai propri presidi per ricordare la liceità di discussioni in classe sul progetto di legge socialista del «matrimonio per tutti». Rispondendo ai giornalisti nel quadro di una trasferta, Hollande ha commentato l’iniziativa di Peillon: «La laicità è il rispetto delle coscienze. Dobbiamo fare in modo che ogni sensibilità sia rispettata, che tutte le religioni possano essere praticate, ma allo stesso tempo c’è una regola che si chiama vita comune e c’è un principio che si chiama neutralità dello Stato, soprattutto negli istituti d’insegnamento sotto contratto e in quelli statali». Tanti denunciano già il revival di un laicismo di Stato. Fra i ranghi dell’opposizione, Laurent Wauquiez, ex ministro neogollista dell’Università ed astro emergente dei conservatori, è stato fra i più accorati. «È davvero scandaloso – ha detto – lasciar credere che la visione della famiglia nell’insegnamento cattolico sia responsabile di suicidi fra i giovani omosessuali. Nel migliore dei casi, si tratta d’ignoranza. Nel peggiore, di disprezzo per l’insegnamento cattolico. È una grande strumentalizzazione politica che cerca di far colpevolizzare i cristiani e di far credere che l’opposizione alle nozze gay è propria di una minoranza». Intanto, dopo aver scritto un opuscolo di aperta denuncia della bozza di legge socialista, il gran rabbino di Francia, Gilles Bernheim, è tornato sul tema in un’intervista alla <+corsivo>Croix<+tondo> ripresa dall’Osservatore Romano. Per lui, fra i rischi in vista, vi è quello «irreversibile di una confusione delle genealogie», così come «una confusione dello status del bimbo che passa da quello di soggetto a quello di oggetto al quale ognuno avrebbe diritto».
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