venerdì 31 maggio 2013
In base a questa conclusione dell’Istituto di Medicina Legale di San Salvador, la Corte suprema di giustizia ha bocciato la richiesta di Beatriz, una 22enne malata di lupus il cui caso ha creato polemiche nel Paese. (Lucia Capuzzi)
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«Non esiste una ragione medica per interrompere la gravidanza». In base a questa conclusione dell’Istituto di Medicina Legale di San Salvador, la Corte suprema di giustizia del più piccolo Paese latinoamericano, ha bocciato la richiesta di Beatriz. Un nome di fantasia quest’ultimo, attribuito dalla stampa a una giovane di 22 anni il cui caso ha creato polemiche in Salvador. B.C. – queste le iniziali della ragazza – soffre di lupus, una grave malattia che – secondo i suoi legali – implicherebbe un immediato pericolo di vita. Ancor più ora – afferma la difesa – che Beatriz è incinta. La 22enne è alla 24esima settimana di gravidanza: il bimbo, però, in base alle analisi cliniche, risulta anencefalico. L’11 aprile scorso, dunque, la donna aveva fatto domanda al tribunale affinché le fosse praticato un aborto terapeutico. Prima di decidere, i magistrati hanno chiesto una perizia medica effettuata da un gruppo di esperti. Questi ultimi hanno stabilito che il lupus di Beatriz è al momento «sotto controllo», la gravidanza, pertanto, non implicherebbe «un imminente rischio di vita per la donna». Da qui, ieri, la decisione della Corte: tre giudici su cinque si sono espressi contro l’interruzione. Almeno per il momento. Il tribunale ha, però, chiesto alle autorità sanitarie di tenere sotto stretta osservazione la donna e di somministrarle il «trattamento che risulti più idoneo per la sua salute». Al momento, un gruppo di esperti sembra optare per l’idea di un parto indotto, dato che la gravidanza si trova per altro a uno stato avanzato. L’arcivescovo di San Salvador, monsignor José Luis Escobar Alas e la Conferenza episcopale hanno espresso solidarietà a Beatriz ma hanno invitato ad evitare strumentalizzazioni. Molte associazioni, infatti, sull’onda della drammatica vicenda, hanno ripreso la campagna per chiedere la legalizzazione dell’aborto. Il Salvador – insieme a Repubblica Dominicana, Cile, Nicaragua e Honduras – è uno dei cinque Paesi dell’America Latina che vieta in ogni caso l’interruzione di gravidanza.
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