martedì 26 agosto 2014
Secondo le stime dell'Alto commissariato Onu (Unhcr) nel 2014 hanno perso la vita già 1900 persone cercando di raggiungere l'Europa. Drammatico il bilancio dei mesi estivi. 
Si aggrava il bilancio dell'ultimo naufragio: 24 morti
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Una strage senza sosta. Dall'inizio dell'anno, 1.889 persone sono morte nel Mediterraneo mentre cercavano di giungere in Europa in modo irregolare. Dall'inizio di giugno le vittime sono state 1.600 con un incremento considerevole. Lo ha stimato oggi l'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) ribadendo la richiesta di un'azione "europea urgente e concertata". Di fronte alla drammatica situazione alle frontiere marittime dell'Europa, secondo l'Unhcr serve "un'azione urgente e concertata a livello europeo che preveda il rafforzamento delle operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo". L'organizzazione esprime "apprezzamento" per l'operazione italiana Mare Nostrum "che ha permesso di salvare migliaia di vite" e traccia un bilancio: circa 124.380 gli arrivi via mare in Europa, di cui ben 108.172 in Italia (al 24 agosto) tra i quali almeno 14 mila minori di cui 8.600 non accompagnati. Gli ultimi giorni sono stati i più letali dall'inizio dell'anno, ha detto la portavoce dell'Unhcr Melissa Fleming, evocando almeno tre incidenti in mare. La situazione in Libia, principale Paese di partenza, e in particolare il peggioramento della situazione della sicurezza ha favorito la crescita delle operazioni dei trafficanti ed ha spinto rifugiati e migranti presenti nel Paese a rischiare il viaggio in mare piuttosto che rimanere in una zona di conflitto, ha aggiunto.    L'Unhcr ha affermato che di fronte al crescente numero di rifugiati e migranti, per lo più eritrei, siriani e somali, servono alternative legali a questi viaggi pericolosi. Simile la posizione dell'Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim): "alcuni dicono che la politica di salvataggio di Mare Nostrum è un fattore che incoraggia più immigrati ad attraversare il mare perché sanno che ci sarà qualcuno a riceverli. Ma la realtà è che ci sono fattori più significativi, tra cui la violenza e le difficoltà, sia nei paesi di origine che di transito. Le persone fuggono da guerre, persecuzioni e regimi totalitari. Tra i recenti arrivi in Italia figurano 14 Yazidi dall'Iraq e 180 abitanti di Gaza" sottolinea in una nota Simona Moscarelli dell'ufficio Oim a Roma.
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