giovedì 21 aprile 2016
​Lo sostengono fonti dell'agenzia Reuters. I servizi segreti egiziani smentiscono, il ministero degli Interni non commenta.
«Regeni era stato fermato dalla polizia»
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Il ricercatore italiano Giulio Regeni, torturato e ucciso al Cairo, sarebbe stato fermato dalla polizia e poi trasferito in un compound gestito dai servizi di sicurezza il giorno in cui scomparve, cioè il 25 gennaio. Lo hanno riferito all'agenzia Reuters fonti di intelligence e di polizia contestando la versione ufficiale fornita dalle autorità egiziane secondo cui i servizi di sicurezza non avevano arrestato Regeni. Il dipartimento di Comunicazione dell'Homeland Security, i servizi segreti egiziani, smentisce però questa ricostruzione. LE 6 FONTI. Tre funzionari dei servizi segreti egiziani e tre fonti di polizia, separatamente gli uni dagli altri, hanno confermato a Reuters che la polizia aveva preso in custodia il ricercatore prima che morisse. LA VICENDA. Regeni, ricercatore di 28 anni, scomparve il 25 gennaio. Il suo corpo fu trovato il 3 febbraio, abbandonato a lato di una strada fuori dal Cairo, con evidenti segni di tortura, secondo quanto riferito da funzionari forensi e procuratori in Egitto. Le autorità egiziane hanno fortemente negato qualsiasi coinvolgimento nella morte dello studente. Poco prima che il suo corpo fosse trovato, la polizia aveva ipotizzato che il ragazzo fosse stato vittima di un incidente d'auto. Settimane dopo, avevano ribadito che Regeni poteva essere stato ucciso da una gang criminale. LA SMENTITA DEI SERVIZI. "Non vi è alcun legame tra Regeni e la polizia o il ministero degli Interni o 'l'Homeland Security' (i servizi di sicurezza, ndr). Non è mai stato tenuto in nessuna stazione di polizia e (non è mai stato, ndr) qui". Lo ha dichiarato a Reuters Mohamed Ibrahim, funzionario del dipartimento di Comunicazione dell'Homeland Security. "L'unica volta che è entrato in contatto con la polizia è stato quando ufficiali di polizia hanno timbrato il suo passaporto nel momento in cui è atterrato in Egitto". Ibrahim ha aggiunto: "Se avessimo avuto sospetti per quanto riguarda la sua attività la soluzione sarebbe stata semplice: espellerlo".MINISTERO DEGLI INTERNI: NO COMMENT. Alla domanda se Regeni fosse stato portato nella stazione di polizia di Izbakiya al Cairo, come alcune fonti hanno rivelato a Reuters, un funzionario del ministero degli Interni hanno risposto che "Non rilasciamo alcune dichiarazioni in merito".
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