giovedì 17 aprile 2014
Sequestro-lampo per il titolare della diocesi di Bossangoa. «Portato a una base della guerriglia, volevano solo avere notizie».
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“Il vescovo di Bossangoa e i tre sacerdoti che erano con lui sono stati rilasciati”: lo ha confermato alla Misna l’arcivescovo di Bangui (Repubblica Centrafricana), Dieudonné Nzapalainga, secondo cui i religiosi si trovano nelle vicinanze della città di Batangafo, al confine con il Ciad. “Gli ho parlato e mi ha detto di stare bene” afferma l’arcivescovo, a cui monsignor Nestor Désiré Nongo Aziagbia ha raccontato di essere stato fermato assieme agli altri ad un posto di blocco dei miliziani Séléka nei pressi della cittadina, mentre erano in viaggio. Da qui sono stati condotti a una base della guerriglia, dove hanno incontrato alcuni capi del movimento. “Uno di loro era originario di Bossangoa e ha chiesto notizie della situazione nella zona. Voleva sapere soprattutto degli abitanti musulmani, migliaia di persone costrette a fuggire dagli attacchi delle milizie anti-Balaka” ha raccontato il vescovo a monsignor Nzapalainga.Fonti della Misna nella zona confermano che il gruppo è ora in viaggio verso Bossangoa, scortato da soldati della missione africana di peacekeeping Misca. Nelle scorse settimane, fonti della Misna avevano espresso il timore che le truppe ciadiane della missione africana, costrette a ritirarsi dopo una serie di tensioni con altri contingenti, potessero occupare le regioni settentrionali, alleandosi con la Seleka (costituita per lo più da ciadiani e sudanesi) con l'obiettivo di sfruttare il petrolio e lealtre risorse della zona.Il vescovo di Bossangoa, vicepresidente della Conferenza episcopale del Centrafrica, e l'arcivescovo Nzapalainga avevano firmato nei giorni scorsi una vibrata lettera di proteste in cui criticavano la Misca per l'operato svolto finora, accusando le truppe africane di "proteggere le frontiere e gli interessi dei propri Paesi e non la pace e la stabilità in Centrafrica".
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