venerdì 26 novembre 2021
Dei 32mila condannati a morte in 5mila ricevono lettere. Il 30 "Città per la vita" al Colosseo. Marazziti:«Si va verso una giustizia senza morte. Il presidente Usa si schieri a favore della moratoria»
Un cartello della manifestazione contro la pena di morte nelle Filippine

Un cartello della manifestazione contro la pena di morte nelle Filippine - Ansa/Epa/MarK R Cristino

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Il mondo si sta avviando ad una «giustizia senza morte». Perché tra Paesi abolizionisti e quelli che hanno avviato una moratoria, la pena di porte nel 2020 rimane in vigore in 18 Stati del mondo, mentre nel 1977 soltanto in 16 Stati del globo era stata abolita. Ecco che così, partendo dai dati positivi degli ultimi venti anni soprattutto nel continente africano, la Comunità di Sant’Egidio si prepara a vivere il 30 novembre prossimo la Giornata mondiale “Città per la vita” al Colosseo.

La campagna lanciata dall’organizzazione trasteverina vent’anni fa quest’anno unirà virtualmente 2440 città, tra cui 70 capitali (quando si era iniziato con appena 58), per continuare a portare avanti la battaglia contro la pena di morte «anche in quei Paesi che ancora la mantengono è presente questo movimento di consapevolezza nell’opinione pubblica». Ma a Trastevere, per bocca del coordinatore della campagna internazionale e co-fondatore della Coalizione mondiale contro la pena di morte Mario Marazziti, arriva un appello forte al presidente degli Stati Uniti Joe Biden: «Biden ha annunciato lo stop alle esecuzioni, ora gli chiediamo di utilizzare il proprio voto a favor,e o almeno astenendosi, all’Onu nella votazione per la nuova risoluzione di moratoria per la pena di morte».

La manifestazione al Collosseo di 'Città per la vita' del 2016

La manifestazione al Collosseo di "Città per la vita" del 2016 - Siciliani/Stefano Dal Pozzolo


Presentando i dati della diminuzione delle esecuzioni nel mondo negli ultimi 20 anni stamane, la Comunità di Sant’Egidio ha sottolineato infatti anche che gli States hanno vissuto, soprattutto negli ultimi sei mesi della presidenza Trump, una recrudescenza dell’uso della pena capitale anche per reati federali, cosa che non avveniva dal 2001. Così 10 persone sono state giustiziate in Iowa nel 2020 e altre tre all’inizio del 2021 durante il periodo precedente all’insediamento di Biden. In generale attualmente i Paesi abolizionisti sono 108, a cui vanno aggiunti 28 abolizionisti de facto e 8 che lo sono per i crimini ordinari. La mantengono in 55, mentre nel 1988 gli Stati che avevano la pena capitale erano 101. Nel 2020 sono state condannate a morte altre 1477 persone (nel 2001 erano 5265), ma quelle effettivamente eseguite sono state 483 escludendo la Cina (nel 2001 erano 3048 compresa Pechino). «Oggi nel braccio della morte ci sono 32994 detenuti – spiega ancora Marazziti – e con più di 5mila di loro è stato avviata una corrispondenza epistolare grazie al progetto di Sant’Egidio che ci auguriamo possa crescere sempre di più, visto che è un metodo per umanizzare la vita di queste persone».

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