venerdì 20 novembre 2015
Nel blitz di Saint-Denis non è stata la 26enne Hasna a farsi esplodere. Sarebbe stato invece un uomo: suo il terzo cadavere trovato nell'appartamento.
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Non c'è stata nessuna donna kamikaze durante il blitz a Saint Denis. A farsi esplodere, è stato un uomo. Lo hanno detto fonti della polizia citate da alcuni giornali francesi, dopo che nei momenti concitati dell'assalto gli inquirenti avevano detto che a farsi esplodere era stata una donna. Tre persone sono morte durante l'operazione di ieri: il presunto organizzatore degli attentati del 13 nnovembre, Abdelhamid Abaaoud, sua cugina Hasna Aitboulahcen, scambiata in un primo momento per il kamikaze, e un terzo uomo che si è fatto esplodere e non è ancora stato identificato. Del resto, quanto era emerso nelle ultime ore riguardo alla vita della ragazza a tutto faceva pensare tranne che a una fanatica integralista islamica. Francese di origine marocchina, cugina di Abdelhamid Abaaoud, la mente degli attacchi di Parigi rimasto ucciso nel blitz di Saint Denis, Hasna frequentava le discoteche e abusava di alcol. I dettagli che sono emersi la ritraggono impegnata in una vita sregolata.  Figlia di immigrati marocchini arrivati in Francia agli inizi degli anni 1970, Aitboulahcen è nata a Clichy il 12 agosto del 1989 e a 16 anni si è trasferita a Creutzwald, città francese ai confini con la Germania. Secondo quanto riferito dal sindaco di Creutzwald, Jean-Luc Wozniak, la ragazza aveva una sorella e due fratelli e tornava spesso in città per andare a trovare il padre. Nella sua pagina Facebook, Aitboulahcen afferma di aver frequentato la Pual Verlaine University di Metz ma la scuola nega. Nel 2013 ha lavorato come manager nella società di costruzioni Beko Construction, liquidata nel 2014. Di lei, un'amica d'infanzia, Khemissa, ha detto in un'intervista a Rtl che era "una piccola ribelle che aveva gioia di vivere, che amava godersi la vita. A scuola era una ragazza normale e otteneva sempre buoni voti". Purtroppo, "ha trascorso un periodo difficile: lo spostamento tra le famiglie affidatarie, la mancanza di affetto fin dall'infanzia l'hanno resa vulnerabile e fragile". "Inoltre è stata dipendente da droghe pesanti e alcol".
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