lunedì 3 ottobre 2016
​L'affluenza al referendum è inferiore al 50%. Ma il 98% dice no all'accoglienza: bocciato l'obbligo delle quote stabilito dall'Ue.

L'indecente misura di M. Tarquinio (1/10)
Ungheria, senza quorum il voto sui migranti
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Fallisce il referendum dell'Ungheria sulle quote migranti. Anzi no: l'Ungheria boccia le quote. All'indomani del controverso appuntamento alle urne, si conferma l'esito annunciato dal premier anti migranti Victor Orban: comunque vada, sarà un successo. L'affluenza non ha raggiunto il quorum del 50%, e dunque l'esito delle urne non è valido. Tuttavia il 98% dei votanti si è espresso in linea con il premier: bocciato l'obbligo di accogliere, respinte le quote minime di profughi da accogliere stabilite dall'Unione europea.MANCA IL QUORUM. Non c'è stata la consistenza plebiscitaria che aveva chiesto il premier nazionalista conservatore ed euroscettico Orban. L'affluenza, come annunciato dall'Ufficio elettorale nazionale, è stata soltanto del 43%: il quorum del 50% degli 8,27 milioni di elettori chiamati alle urne non è stato raggiunto e dunque la consultazione non è valida secondo la legge in vigore, a dimostrazione che gli appelli al boicottaggio dell'esile opposizione ungherese, assieme alla tradizionale disaffezione per lo strumento referendario, si sono fatti sentire. 
Ungheria al voto sulle quote, ma vende i permessi di soggiorno di G.M. Del Re (1/10)
IL 95% VOTA NO. Alla quasi unanimità, chi si è recato alle urne in Ungheria ha detto di no all'obbligo di accogliere profughi per alleggerire il carico di altri paesi dell'Ue, come Italia e Grecia. In tarda serata di ieri il risultato praticamente definitivo, al 95% delle schede scrutinate, è di una vittoria a valanga del "no" con una quota del 98% e solo un 2% andato al "sì".L'indecente misura di Marco Tarquinio (1/10)IL QUESITO REFERENDARIO.  "Vuole che l'Ue possa prescrivere l'insediamento obbligatorio di cittadini non ungheresi anche senza il consenso del Parlamento ungherese?" era il quesito referendario sul quale il governo ha fatto una campagna che l'opposizione ha definito xenofoba e islamofoba. Orban si è speso con toni altisonanti (voto di "significato epocale") drammatizzando anche con un impegno a dimissioni in caso di un'impossibile vittoria dei sì. La campagna ha ricevuto l'appoggio del partito di estrema destra Jobbick che si innesta su una politica di chiusura sul fenomeno delle migrazioni: la rete metallica srotolata ai confini meridionali dopo la crisi dei profughi che l'anno scorso ha visto transitare per l'Ungheria quasi 400 mila migranti. Ma soprattutto l'aver accolto solo 508 richiedenti asilo, respingendone otto su dieci, con una durezza che dovrebbe ripetersi quest'anno.ORBAN CANTA VITTORIA. Secondo Orban, comunque, cambia poco: ribadendo quanto affermato ieri mattina dopo aver votato in una scuola elementare del suo quartiere a Buda, il premier ha sottolineato che "l'Ungheria, per primo fra i paesi dell'Ue" e "sfortunatamente" anche l'unico, "ha consultato il proprio popolo" sulle migrazioni. "Oltre 3 milioni di elettori" hanno "rifiutato un sistema di ricollocamento obbligatorio dei migranti": "Bruxelles dovrà tenerne conto", ha sostenuto annunciando una modifica costituzionale che proporrà lui stesso nelle prossime ore.NEGOZIATI CON L'UE. Già questa settimana Orban vuole "condurre negoziati" con l'Ue per ottenere che non sia obbligatorio per l'Ungheria accogliere "il tipo di gente" che "noi non vogliamo". A Bruxelles, dove la consultazione non avrebbe avuto valore neanche se il quorum fosse stato raggiunto, Orban troverà un muro.COMMISSIONE UE: LE QUOTE SONO LEGGE. "Come tutti sappiamo il referendum" in Ungheria sulle quote obbligatorie di richiedenti asilo "riguarda il futuro" perché i ricollocamenti decisi "sono legge e devono esseri rispettati". Così il portavoce della Commissione Ue Margaritis Schinas. Il portavoce ricorda che la Commissione "si riserva di intraprendere azioni" per chi non applica le decisioni.
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