lunedì 26 maggio 2014
Con il volto coperto dal passamontagna, il leader degli zapatisti fece irruzione sulla scena internazionale nel 1994 quando il movimento prese il controllo di cinque comuni del Chiapas. La sua figura è stata paragonata a quella di Che Guevara.
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"Se mi permettete di definire Marcos, il personaggio, allora direi senza esitazioni che è stato un travestimento pubblicitario". Con il suo solito stile ironico il subcomandante Marcos ha annunciato l'abbandono della direzione dell'Ezln, il movimento zapatista messicano, che fece irruzione nel 1994 sulla scena internazionale prendendo il controllo di cinque comuni del Chiapas in concomitanza con l'entrata in vigore del Nafta, il libero trattato commerciale fra Messico, Usa e Canada.Marcos non aveva fatto più apparizioni in pubblico fino a sabato scorso, in occasione dei funerali di un membro dell'Ezln nella città di Las Margaritas, ucciso in uno scontro a fuoco con una comunità contadina all'inizio del mese. La sua sparizione aveva alimentato voci su una possibile grave malattia. "La sostituzione del Comandante non avviene né per malattia, né per decesso, né per mutazioni interne o per epurazioni, ma è dovuta ad alcuni cambiamenti interni che hanno già riguardato o riguarderanno l'Ezln", si legge in un comunicato del movimento zapatista.Con il volto perennemente coperto dal passamontagna, la figura di Marcos, che il governo messicano ha identificato in Rafael Sebastian Guillen, nato nel 1957, è stata spesso paragonata negli anni a quella di Che Guevara, pur rimanendo il paradigma dell'anti leader. In un'intervista alla giornalista canadese Naomi Klein il "subcomandante" dichiarò che "Marcos è un gay a San Francisco, nero in Sudafrica, un asiatico in Europa, un Chicano a San Ysidro, un anarchico in Spagna, un palestinese in Israele, un indio maya a San Cristobal, un ebreo in Germania, uno zingaro in Polonia, un mohawk in Quebec, un pacifista in Bosnia, una donna sola in metropolitana alle dieci di sera, un contadino senza terra, un membro di una gang in una baraccopoli, un operaio senza lavoro, uno studente infelice e, naturalmente, uno zapatista sulle montagne".
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