venerdì 24 giugno 2016
​La scelta di uscire dall'Ue ha prevalso per almeno un milione di voti. Farange: Independence Day
Brexit al 52%, si teme effetto domino
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La Gran Bretagna esce dalla Ue, il “Leave” ha vinto con un margine di almeno un milione di voti. È bastata una notte, una notte drammatica, per veder sovvertito quel pronostico che alla vigilia si dava per scontato ribaltando la vittoria – risicata, questo era chiaro fin dall’inizio – del “Remain”. Londra e la Scozia non sono riuscite a compensare la valanga dell’Inghilterra profonda, ma anche del Galles. Ora l’Europa e la Gran Bretagna affrontano una crisi dagli sviluppi impossibili da prefigurare. Si naviga in mare aperto con il rischio concreto di un effetto domino che porti alla disgregazione dell’Unione Europea e a una stagione di grandi incertezze.«Il genio dell’euroscetticismo è uscito dalla lampada. Questa è l’alba di un Regno Unito indipendente. Oggi è il nostro Independence Day, è arrivato il momento di liberarci da Bruxelles», ha proclamato il leader dell’Ukip Nigel Farage.Il panico già travolge i mercati internazionali. La sterlina ha accusato il colpo, ampliando le perdite sul dollaro a 1,33.

La Borsa di Tokyo sta facendo registrare un crollo del 10,30% come pure i prezzi del greggio in Asia. Il barile di light sweet perde 2,12 dollari a 47,99, il Brent è in calo di 2,06 dollari a 48,85 dollari. Ma soprattutto è stata una notte di grande tensione in Europa. Tutto lasciava pensare il contrario. L’alta affluenza ha probabilmente illuso chi riteneva che i sostenitori del “Remain” fossero corsi in massa alle polling station per scongiurare il rischio di una vittoria del “Leave”. Si è votato sotto la pioggia, si è votato con in mano la biro portata da casa nel timore che qualcuno cancellasse il tratto a matita, si è votato guadando pozzanghere che in certe zone di Londra erano diventate degli stagni, si è votato fin dal primo mattino di un giorno feriale per rispondere a un quesito tanto diretto nella forma quanto cruciale nella sostanza: “Should the United Kingdom remain a member of the European Union or leave the European Union?” (Il Regno Unito deve continuare a essere un membro dell'Unione europea o lasciare l'Unione Europea?).

La risposta l’ha dato il conteggio delle schede che alle 6 del mattino italiane già assegnava al “Leave” un vantaggio difficile da colmare: quando sono arrivati i risultati di 334 circoscrizioni su 382, i sostenitori della Brexit accumulavano oltre 14 milioni e 700mila voti, pari al 51,7% delle preferenze. Il “Remain” arrancava con circa un milione di voti in meno (48,3%). «La Scozia – ha dichiarato il primo ministro scozzese Sturgeon - ha consegnato un voto chiaro, senza equivoci, per la permanenza nella Ue e accolgo con favore questo sostegno al nostro status europeo. Se il risultato complessivo è ancora da dichiarare, il voto qui chiarisce che il popolo scozzese vede il suo futuro nell’Unione europea».

Ma dietro questa dichiarazione già si profila l’ipotesi di un nuovo referendum sull’indipendenza scozzese in caso di Brexit. Anche l’Irlanda del Nord potrebbe fare altrettanto.David Cameron forse non si dimetterà: il partito gli chiede di rimanere, ma il suo ruolo sarebbe quello di un vero e proprio ostaggio nelle mani dell’ala dura, quella di Boris Johnson e del ministro Gove che hanno sostenuto apertamente la Brexit.Ma tutte le ipotesi oramai sono aperte.

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