lunedì 14 ottobre 2013
La Croce Rossa distribuirà cibo ai poveri: non succedeva dalla Seconda Guerra mondiale. «Un anno fa offrivamo una mensa gratis agli indigenti due giorni a settimana», racconta padre David della Chiesa di St Peter a Crouch End: «Da settembre abbiamo aumentato a cinque».
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La Gran Bretagna è il settimo Paese più ricco al mondo eppure a guardarla bene non si direbbe. Basta uscire dai centri ben tenuti delle città più grandi, Londra prima tra tutte, per capire che dietro la facciata di grandeur la realtà è tutt’altro che sgargiante. Oggi nel Regno di Elisabetta II, quello che all’estero viene dipinto con le immagini sorridenti di principi, principesse e principini, un suddito su cinque vive vicino alla soglia di povertà (stima dell’Ong Oxfam) e almeno due bambini in una classe di venti, va a scuola senza aver fatto colazione. «Sono almeno 500mila – ci dice Juliet Mountfor dell’associazione di volontariato FareShare – le persone che l’anno scorso hanno ricevuto il sostegno delle banche del cibo». Per far fronte all’emergenza qualche giorno fa è stata chiamata in campo anche la Croce Rossa, una cosa che non succedeva dai tempi della Seconda Guerra mondiale anche perché la Gran Bretagna è quella che in Europa ne conta di più. Eppure dal prossimo mese sarà la Red Cross che avrà il compito di trovare il cibo per sfamare gli indigenti del Regno. «Nonostante la ricchezza di questo Paese – spiega ad Avvenire Sir Michael Marmot, ricercatore all’University College di Londra – molte persone a reddito basso non hanno oggi abbastanza soldi per sfamarsi e questo ha un enorme impatto sulla loro salute. Nelle zone più povere del quartiere di Westminster a Londra, per esempio, la durata della vita degli uomini è di diciassette anni inferiore a quella degli adulti che vivono nelle zone più ricche». I tagli pesanti del governo di David Cameron hanno gettato milioni di famiglie, anche quelle di ceto medio che fino a qualche anno fa riuscivano a condurre una vita decorosa, in gravi difficoltà finanziarie al punto che oggi trovano difficile scaldare la casa in inverno, rimpiazzare una lavatrice che si rompe o compare i beni necessari come cibo e vestiti. «E la cosa più choccante – continua Marmot – è che il numero dei bambini che tutte le mattine vanno a scuola affamati, stanchi e con indosso abiti consunti sta crescendo». Il “volto” dei tagli introdotti dal governo conservatore, che hanno ridotto gli stipendi e aumentato il costo della vita, è triste e poco lontano da quello di un protagonista di un romanzo di Dickens. La settimana scorsa una portavoce dell’associazione Magic Breakfast, ha dichiarato che negli ultimi due anni il numero di bambini che vanno a scuola affamati è quasi raddoppiato. «Sono almeno 800mila – ha spiegato – i bambini che attualmente aiutiamo a sfamare. Nelle loro case le credenze sono sempre vuote. Il poco cibo che mangiano ha un valore nutrizionale molto basso e spesso non riescono a concentrarsi nello studio perché sono troppo tanchi». La Croce Rossa farà tra qualche settimana conto soprattutto sulla generosità delle catene dei supermercati per distribuire derrate alimentari ai più disagiati, ma oltre alle banche del cibo sono migliaia le parrocchie che da sempre si danno da fare per sfamare i poveri. E negli ultimi mesi anche i loro sforzi sono dovuti raddoppiare: «Un anno fa offrivamo una mensa gratis ai poveri due giorni a settimana – racconta padre David della Chiesa di St Peter a Crouch End, un quartiere nel nord di Londra – . Da settembre abbiamo aumentato a cinque».
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