lunedì 24 ottobre 2011
Stop alle visite al cadavere di Gheddafi. Polemiche dop l'annuncio del premier Jalil sulla sharia come base della nuova Costituzione. Il ministro Frattini "preoccupato per possibili infiltrazioni dell'islam non moderato".
L'analisi di Federico Cresti, direttore del Centro Studi sul mondo islamico contemporaneo e l'Africa (Radio inBlu)
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Da oggi pomeriggio sono stati chiusi i cancelli di accesso al compound nel quale la salma di Gheddafi era rimasta esposta. Insieme con il corpo del rais erano accessibili i corpi del figlio Mutassim e dell'ex capo dell'esercito libico. COMMISSIONE D'INCHIESTA SULLA MORTE DI GHEDDAFI"Per rispondere alle richiesta internazionali, abbiano cominciato a mettere in campo una commissione incaricata di indagare sulle circostanze della morte di Muammar Gheddafi nello scontro con il suo entourage al momento della sua cattura" ha detto Abdel Jalil in una conferenza stampa a Bengasi. I nuovi governanti libici hanno proclamato ieri la liberazione del Paese nordafricano dopo 42 anni di regime di Muammar Gheddafi, annunciando che è in arrivo un futuro di democrazia e riconciliazione. Ma mentre a Bengasi migliaia di persone ascoltavano le autorità "annunciare" la liberazione, il cadavere di Gheddafi, che ancora non è stato seppellito, gettava un'ombra sulla nazione che un tempo dominava.Alcuni temono che per il capo del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) Mustafa Abdel Jalil, un ex ministro della Giustizia, sarà dura imporre la propria volontà su un'alleanza rivoluzionaria divisa in molte fazioni. E a motivare i timori è proprio l'insistenza a mostrare il corpo martoriato di Gheddafi e del figlio Mòtassim, oltre alla mancanza di una chiara ricostruzione della loro morte.L'assenza di piani precisi per la sepoltura di Gheddafi indica, per alcuni analisti, il rischio di una situazione di caos senza una leadership chiara e di scontri armati tra le fazioni. Molti libici e la comunità internazionale sperano che il paese non si allontani dal promesso iter democratico, e considerano un incoraggiamento su questa strada quello della Tunisia, che ha tenuto ieri le sue prime elezioni dopo la cacciata del presidente Zine Al-Abidine Ben Alì, nel gennaio scorso.Alcuni musulmani saranno offesi dalla mancata sepoltura di Gheddafi in tempi rapidi, come indica l'Islam, sebbene in pochi abbiamo condiviso l'indignazione espressa da uno dei suoi figli, Saadi, per la morte del padre e del fratello Mòtassim.L'annuncio della "liberazione" fa partire ora la tabella di marcia del piano per un nuovo governo e per l'assemblea costituzionale che dovrebbe portare nel 2013 all'affermazione completa della democrazia. FRATTINI PREOCCUPATO PER POSSIBILI INFILTRAZIONI ISLAM NON MODERATOIl ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha espresso preoccupazione per possibili "infiltrazioni di un Islam non moderato" in Libia, lanciando un appello affinché "la base musulmana della sharia non consenta deroghe ai diritti fondamentali come la libertà di religione, la libertà di aprire le chiese". Il titolare della Farnesina ha sottolineato come offrire "garanzie" su questo punto significherebbe che "la Primavera rivoluzionaria ha avuto successo". La nuova Libia del dopo-Gheddafi sarà "un Paese musulmano moderato": con queste parole il premier ad interim, Abdel Jalil, ha ridimensionato il suo precedente annuncio che la sharia sarà alla base della futura Costituzione. "Voglio rassicurare la comunità internazionale che noi libici siamo musulmani ma musulmani moderati", ha spiegato Jalil in una conferenza stampa a Bengasi.
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