martedì 16 settembre 2014
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Un grande abbraccio nel dolore
È difficile riunire in poche righe quanto abbiamo vissuto in questa settimana dopo aver ricevuto in modo inatteso, domenica sera e lunedì mattina, la notizia della tragica morte di Lucia e Olga e Bernardetta.
E’ un dolore grande, non solo nostro, dei nostri fratelli saveriani, dei sacerdoti e suore del Burundi e del Congo ma anche di tutto il popolo burundese e congolese, nonché delle famiglie rispettive delle nostre sorelle, delle loro parrocchie di origine, di tanti amici e conoscenti. Un dolore che ci accomuna e ci fa stringere in un abbraccio per sostenerci a vicenda nel portare un peso troppo grosso per essere portato da soli.
Ci ritorna costantemente in mente l’immagine di Gesù Cristo in croce che ha dato la vita per noi « mentre eravamo ancora peccatori », (Rm 5,6), che ha perdonato i suoi uccisori, che ha affidato sua madre a Giovanni perchè la piccola comunità rimasta, paurosa e chiusa in se stessa, diventasse la sua chiesa e portasse a tutti l’annuncio della risurrezione, speranza per tutti i popoli.
Lucia, Olga e Bernardetta hanno scosso come un terremoto i Paesi dei Grandi Laghi. Loro, così fragili, così piene di acciacchi, col loro desiderio « ostinato » di rimanere in missione, servendo umilmente attraverso i piccoli servizi di ogni giorno, ci hanno insegnato come si vive e si muore per amore.
In questi giorni abbiamo toccato con mano il dolore della gente, abbiamo visto tante lacrime, abbiamo sentito belle testimonianze su di loro, ci siamo sentite incoraggiate e consolate dalla vicinanza e preghiera di tantissime persone.
Come loro ci siamo trovate senza parole di fronte alla ferocia con cui le nostre sorelle sono state uccise e ci siamo chieste il perché. Lasciamo che le indagini facciano il loro corso.
 

L’abbraccio del Burundi
A Bujumbura il funerale è stato celebrato nella spaziosa chiesa di Mont Sion. Il rito è stato presieduto dell’arcivescovo mons. Evariste Ngoyagoye, accompagnato da altri tre vescovi, da tantissimi sacerdoti; la chiesa era gremita di suore, di tantissime persone che hanno voluto accompagnare Lucia, Olga e Bernardetta consolarci con la loro presenza. Erano presenti anche tante autorità del Burundi, il Console italiano, l’Ambasciatrice italiana a Kampala. Le foto sorridenti di Lucia, Olga e Bernardetta, poste sopra le bare, invitavano a guardare in alto, a credere che la vita trionfa sulla morte, il bene sul male.
Per noi Saveriane è stato un appuntamento di fede: abbiamo ridetto tra le lacrime il nostro sì, personale e come comunità, come famiglia missionaria che ha ricevuto il dono e la chiamata di annunciare al mondo l’amore del Padre.
Anche i popoli burundese e congolese hanno ridetto il loro sì: sì alla fede nel Signore risorto, sì come affetto a noi, pur fragili segni di questo Amore. Hanno accolto con gioia la notizia che i corpi delle sorelle resteranno per sempre nella loro terra, nel cimitero di Bukavu – Panzi.
 

Verso la frontiera con il Congo
Dopo la celebrazione, nel primo pomeriggio di mercoledì 10 settembre, il corteo si è messo in moto verso la frontiera con la Repubblica Democratica del Congo. Dopo le Forze dell’ordine burundese, venivano i padri Faustino Turco e Mario Pulcini, in una macchina rivestita dalla bandiera della pace; seguiva il camion dei missionari Saveriani con i feretri di Lucia, Olga e Bernardetta; quindi noi sorelle e tante altre persone, tra cui una delegazione del Burundi che ci ha accompagnati fino a Bukavu. Le autorità ci avevano facilitato le pratiche del passaggio di frontiera. Kilomoni, la periferia d’Uvira…. Lucia, Olga e Bernardetta tornavano nel loro amato Congo dove avevano passato la maggior parte della loro vita missionaria. Al passaggio del corteo, ali di folla, di bambini che, come al passaggio di Gesù a Gerusalemme, sventolavano rami di palme e eucalipti.Poi, abbiamo attraversato la Piana della Ruzizi, giungendo a Luvungi dove tutte e tre le Sorelle hanno lavorato vari anni. Un’accoglienza commossa, incredula, fra le lacrime, e piena di fede: un’occasione per ridire il sì all’adesione al Dio della vita e dell’amore. Una veglia di preghiera e poi l’Eucaristia, concelebrata dai Padri della parrocchia e da tanti sacerdoti della diocesi di Uvira, alla presenza di un mare di gente di Luvungi e anche delle parrocchie vicine. La veglia di preghiera è continuata fino al mattino…. Nessuno ha dormito davanti a un mistero così grande di dolore, di fede, di amore. Abbiamo toccato con mano quanto la gente ci voglia bene.
 
Partenza per Bukavu
Alle 6 del mattino di giovedì 11, siamo partiti per Bukavu, mentre ancora tanta gente circondava le salme delle nostre sorelle per dare loro l’ultimo saluto tra le lacrime. Il corteo si è avviato sull’escarpement, la salita che porta al passo oltre il quale si scende nella città di Bukavu. Una strada polverosa, come fosse incenso ad avvolgerci tutti nel mistero della “nube”, segno della presenza di Dio. Quattro ore e mezzo per raggiungere Bukavu.
Sulla strada, nei villaggi la gente vedevano il camion con le foto di Olga, Lucia e Bernardetta poste sul davanti e commentava quanto sentito alla radio; chi si faceva il segno di croce, chi si asciugava gli occhi, chi abbassava lo sguardo, chi si chiedeva cosa stesse capitando...
Verso le 10 e 30 siamo arrivati a Bukavu, accolti al crocicchio chiamato Essence dai nostri fratelli Saveriani della città. Il corteo è così diventato lunghissimo e ha proseguito fino a Nguba, a casa nostra, dove ci aspettavano le sorelle della Delegazione e del Noviziato, insieme ai nostri vicini di casa, tante suore, tanti amici, tante persone…, levando canti di accoglienza, di fede, di speranza.
 

Verso la Cattedrale
Poco dopo, ci siamo diretti verso la Cattedrale dove una grande folla e tantissimi sacerdoti sul sagrato aspettavano, anche a nome dell’Arcivescovo mons. François-Xavier Maroy, in questi giorni a Roma per la visita ad limina. La cattedrale era gremita all’inverosimile.
È stata una celebrazione eucaristica ricca di fede, di parole di conforto, di perdono verso chi ha osato tanta violenza. La pagina evangelica dei discepoli di Emmaus ha dato senso al nostro essere riuniti attorno a Lucia, Olga e Bernardetta.
Il saveriano p. Mario Pulcini, ha portato i saluti di tutta la comunità saveriana del Burundi e in particolare della parrocchia di Kamenge, di cui è il parroco, e di tutto il popolo burundese. La nostra Delegata Mercedes Murgia ha salutato e ringraziato tutti per la partecipazione e condivisione del nostro dolore e ha letto il messaggio della nostra Direzione generale.
La nostra sorella Marie Dukuze ha tracciato il profilo delle Sorelle facendole sentire vive in mezzo a noi. Sono stati letti il messaggio di Papa Francesco e la lettera di P. Luigi Menegazzo, Superiore generale dei missionari Saveriani; quindi abbiamo ascoltato i discorsi delle autorità.
La Delegata del Presidente dalla Repubblica del Burundi ci ha toccato con le sue calde parole di sostegno, preghiera, richiesta di perdono, assicurandoci la vicinanza del Presidente e dicendoci che le indagini stanno continuando per individuare i responsabili della morte delle nostre sorelle. Anche il Governatore di Bukavu ci è stato vicino con parole confortanti, anche a nome del Presidente della Repubblica Democratica del Congo.

 
Verso il cimitero di Panzi
Dopo la celebrazione eucaristica, il lunghissimo corteo si è diretto verso il quartiere periferico di Panzi. Le salme delle sorelle erano su una camionetta e due Land Cruiser, con davanti le croci bianche che portavano scritti i loro nomi. La città era come paralizzata nel vederci passare: silenzio, preghiere, lacrime, saluti, incredulità.
A Panzi i nostri fratelli Saveriani ci aspettavano all’ingresso del cimitero. Abbiamo pregato davanti all’altare del Cimitero, sono state benedette le salme e le tombe, mentre si innalzavano canti, preghiere, salmi. Abbiamo anche cantato il canto che Olga voleva cantassimo insieme a lei nelle occasioni importanti: “Ho udito il Signor che diceva: “Chi manderò?” Ho detto al Signore con gioia “Se vuoi, manda me”. Va, parla al mio popolo, va’ pasci il mio gregge, va’ dona la vita”. E insieme ai nostri fratelli Saveriani abbiamo intonato il canto a noi caro sin dagli inizi delle nostre Congregazioni:“Mira i tuoi figli o Vergine Maria…”.
Così sono state tumulate le nostre sorelle, le prime il cui sangue è stato versato, proprio nel cinquantesimo anniversario del martirio dei nostri giovani fratelli Saveriani a Baraka e Fizi e all’indomani del riconoscimento delle virtù eroiche dalla nostra Madre Celestina Bottego.
Tutta la nostra Famiglia missionaria era presente, abbiamo sentito tutte le sorelle con noi, le nostre comunità sparse nel mondo, le parrocchie di origine delle sorelle, le parrocchie dove lavoriamo. Abbiamo ricevuto messaggi di vicinanza da tanta gente di tutti i continenti che non conosciamo nemmeno…
 
La missione continua
Lucia, Olga, Bernardetta: tre missionarie già avanti negli anni che hanno donato la loro vita, cosicché l’ultimo gesto dell’assassino non ha potuto rapire loro nulla: il dono era già stato fatto. Anzi, ha portato a compimento il percorso di tutta la loro vita.
Lucia aveva dato con gioia tanti anni soprattutto nel servizio di ostetrica e infermiera, prima per dieci anni in Brasile e poi per ventitré anni in Congo; negli ultimi sette anni, in Burundi, a Kamenge, continua a vivere la gioia del dono in tanti semplici servizi di accoglienza e carità e nella preghiera. Olga per circa quarant’anni in Congo aveva vissuto nella gioia di stare in mezzo alla gente, nel servizio della catechesi, desiderosa di far conoscere a tutti Gesù e avvicinarli alla vita della Chiesa; anche ora, in Burundi, pur con le forze diminuite, era una presenza di accoglienza, compassione, amicizia; era felice di accompagnare qualche anziano nella preparazione ai sacramenti. Bernardetta era partita per il Congo nel 1970 trascorrendovi la maggior parte degli anni successivi, impegnata nella pastorale, soprattutto nella formazione della donna, nell’alfabetizzazione degli adulti, con una grande carica di umanità e una capacità di voler bene a chiunque la avvicinava.
In questi giorni, tre giovani - due congolesi, Agnès e Nzigire, e una italiana, Simonetta -   cominciano il loro cammino di formazione a Bukavu per prepararsi alla consacrazione a Dio per la missione. Tre sorelle concludono il loro percorso terreno dando la loro vita, tre giovani cominciano la sequela di Gesù per la medesima strada. Mistero di fede sulle vie del Signore e a servizio della Missione.
 
Grazie, Lucia, Olga, Bernardetta!
Abbiamo pregato per gli uccisori delle nostre sorelle, affinché possano avere la grazia di pentirsi, di convertirsi, di lasciare il male e scegliere il bene. Crediamo, come l’ha manifestato il Papa e come l’abbiamo sentito espresso in vari modi in questi giorni, che questo sangue sparso possa portare frutti di fraternità e di pace nella Regione dei Grandi Laghi e in tutto il mondo.
Lucia, Olga e Bernardetta, grazie per la vostra vita donata, grazie per le vostre famiglie che vi hanno educate alla fede e vi hanno accompagnate nella vocazione missionaria, grazie alle vostre parrocchie che vi hanno sostenute, accolte, seguite con affetto. Grazie ai popoli burundesi e congolesi che da più di cinquant’anni ci hanno accolte come loro compagne di cammino e insieme ai quali camminiamo verso il sogno di Dio: la famiglia dei suoi figli.
Crediamo che la vostra vita donata fino allo spargimento del sangue, insieme a quella dei tanti martiri della Regione dei Grandi Laghi e del mondo intero, sarà seme di nuovi cristiani e esempio per tutti noi di come si ama fino alla fine.
Grazie, urakoze, aksanti sana! Intercedete perché possiamo continuare a dire un sì sempre più generoso a Dio e alla missione e perché tutti i popoli uniti possano cantare insieme l’Alleluia al Signore per i secoli eterni.
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