lunedì 14 aprile 2014
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La rivincita delle onde corte. Nell’era di Internet lo zio Sam, il re delle nuove tecnologie, ha ancora bisogno della radio. Quella inventata da Guglielmo Marconi. Quella capace di trasmettere parole e idee a lunga distanza. Il Bbg (Broadcasting Board of Governors) che per il governo americano sovrintende alle trasmissioni per l’estero, da alcuni anni sta operando tagli continui ai fondi destinati alle trasmissioni in altre lingue. È (anzi a questo punto era) convinto che se ne può fare a meno, grazie ai siti Web, ai social network, alle tv satellitari e magari alle emittenti locali. Poi Washington si è dovuta confrontare con le grandi crisi, in Asia e nell’Europa orientale. L’Iran, per primo, ha mostrato come sia facile controllare Internet ma anche accecare i satelliti televisivi. Ma tutto era già stato scritto dalla Cina, che da sempre controlla e impone le sue regole, almeno in casa, alla grande rete e alle grandi aziende americane del settore. Di recente poi abbiamo visto all’opera anche la Turchia, il cui governo ha ostacolato la libertà di comunicare sui social network, bloccando Facebook e Twitter. E ora, dopo avere già ridotto nel 2006 la possibilità di ritrasmettere i propri programmi alla Voice of America in Russia, il governo di Mosca ha deciso di non rinnovare il contratto di collaborazione tra la Rossiya Segodnya, l’associazione dei media statali russi, e il Bbg americano. Prima conseguenza, la chiusura dell’impianto radio in onde medie che copre l’area di Mosca. Un brutto colpo, pratico e d’immagine. A questo punto a Washington si devono chiedere se le attuali strategie comunicative all’estero siano corrette e se non sia il caso di rivedere qualcosa. E di recuperare anche le onde corte. Gli ultimi piani prevedevano di intensificare le trasmissioni verso Africa e Asia, tagliando le lingue slave dell’Europa orientale. Mai però scelte simili sono cadute in un momento tanto infelice. E lo zio Sam comincia a capirlo.
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