lunedì 26 gennaio 2015
​Dopo 4 mesi di combattimenti e 1.600 morti i jihadisti resistono solo in un paio di quartieri periferici. La Turchia apre un grande campo profughi poco distante.
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Dopo 4 mesi di combattimenti feroci, casa per casa, la cittadina curda di Kobane è tornata in mano ai combattenti curdi. I jihadisti del califfato (Is o Isis) hanno fatto di tutto per conservarne il controllo. Ma i peshmerga, appoggiati dall'aviazione statunitense e irachena sono riusciti, con le unghie e con i denti, prima a resistere e poi a riprenderne il controllo. La battaglia è costata molte vite umane da una parte e dall'altra, si parla di 1.600, ma in realtà non è ancora finita. Lo afferma l'osservatorio siriano per i diritti umani, basato a Londra. L'Ong segnala sporadici combattimenti in due sobborghi, dove c'è una residua presenza dei jihadisti. Gli attivisti pubblicano su Twitter le foto della bandiera curda sulla collina di Kobane. I combattenti curdi, guidati da Mahmoud Barkhadan, sono avanzati sin nei sobborghi di Kani Erban e Maqtalah. Le forze anti-Isis hanno conquistato il "90%" di Kobane, precisa l'Osservatorio, mentre i miliziani residui dell'Isis - tra i quali ci sarebbero molti minorenni - si sono asserragliati in due aree nella periferia orientale. Intanto la Turchia ha aperto vicino a Kobane il più grande campo profughi finora allestito per accogliere i rifugiati del paese arabo vicino, riferisce la stampa di Ankara. Il nuovo campo, insediato lungo il confine a Suruc, è una tendopoli in grado di ospitare fino a 35mila persone. Comprende due ospedali da campo e un centro scolastico per 10mila alunni. Secondo la direzione disastri ed emergenze Afad circa 200mila profughi sono arrivati in Turchia a causa dei combattimenti di Kobane. La Turchia ha già aperto lungo il confine con la Siria 24 campi profughi che ospitano 265mila siriani. Secondo le autorità turche il paese accoglie complessivamente 1,7 milioni di profughi della Siria. Intanto gli uomini del califfato addetti alla comunicazione sul web continuano a fare circolare on line messaggi carichi di odio e di minacce. "Colpite i crociati nel loro territorio e ovunque si trovino": è il nuovo appello ai jihadisti dell'Isis in Europa che arriva in un nuovo messaggio del portavoce dello Stato islamico, Abu Muhammad al Adnani. Lo riferisce il Site. Il messaggio si intitola "Die in your rage" (muori nella tua furia).
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