lunedì 22 agosto 2016
​Dopo la strage in Turchia compiuta forse da un 12enne, un bambino di 12-14 anni fermato con una cintura esplosiva pronto a seminare morte nel Kurdistan iracheno.
I perfetti educatori allo sterminio di Raffaele Mantegazza
Il Daesh e quei bimbi addestrati a morire
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Aveva una maglia ampia con i colori del Barcellona e il  numero 10, quello di Messi, il campione amato da tanti adolescenti nel mondo. Ma questo bambino di circa 12-14 anni non aveva certo voglia di giocare a calcio. Con sé non aveva un pallone ma una cintura esplosiva. Non è però riuscito a uccidersi trascinandosi dietro altre vite. E' stato fermato nella tarda serata di ieri a Kirkuk, capitale del Kurdistan iracheno, poco prima che si facesse esplodere. Lo riferiscono i media curdi, che pubblicano le drammatiche immagini del ragazzino con indosso la cintura esplosiva, bloccato dagli agenti che disinnescano l'ordigno.

 Sabato sera un altro kamikaze, di cui si è detto che fosse un bambino di 12 anni, ma l'elemento anagrafico non è ancora certo: gli investigatori hanno fatto sapere che al di là delle prime rivelazioni, frutto delle testimonionze sul posto, non c'è stato ancora riscontro, aveva fatto strage a una festa di matrimonio a Gaziantep, in Turchia, colpendo ancora una volta i curdi. Le vittime sono state 54, di cui almeno 22 erano bambini. Secondo i media turchia che avrebbero visionato i filmati delle telecamere di sorveglianza intorno alla zona, il kamikaze, forse un ragazzino, sarebbe stato portato a forza da due adulti e la stessa bomba potrebbe essere stata azionata a distanza. Bambini vittime e carnefici insieme.

Il ragazzino aspirante kamikaze avrebbe dovuto colpire una moschea sciita: interrogato dalla polizia, avrebbe detto di essere stato addestrato dal padre e di essere il fratello di un altro baby-kamikaze, entrato in azione qualche ora prima di lui sempre a Kirkuk.

Kirkuk è una città multietnica, ricca di petrolia, sulla quale i peshmerga curdi hanno consolidato il controllo  nella speranza di poterla integrare formalmente con il territorio amministrato dal governo autonomo del Kurdistan.I bambini usati nella guerraIl bimbo kamikaze con la maglia di Messi fermato a Kirkuk è solo l'ultimo di una lunga serie di minori utilizzati dalla macchina del terrore del Daesh e soprattutto di Boko Haram, che per l'Unicef utilizzerebbe bambini in almeno un attentato su cinque. L'anno scorso un rapporto riferiva di oltre 300mila bambini al di sotto dei 14 anni indottrinati eutilizzati dai terroristi. Solo in Siria e in Iraq si contano, dalla seconda metà del 2014, ben 89 attacchi compiuti da baby kamikaze e moltissimi sono i casi di bambini-soldato. Dalle cinque ragazze kamikaze della Nigeria al suicida di venerdì scorso a Gaziantep, ecco i principali casi che hanno sconvolto l'opinione pubblica internazionale:

2015Gennaio - Abu al-Hassan al-Shami, 14enne combattente siriano sifa esplodere nella provincia irachena di Salahuddin.15 marzo - Ryan, francese di 12 anni in tuta mimetica, spara a un ostaggio dell'Isis. La foto che lo immortala fa il giro del mondo e lui viene riconosciuto dai compagni di scuola di Tolosa.1 ottobre - Cinque bambine kamikaze firmano l'ennesima strage a Maiduguri, in Nigeria. Sedici persone perdono la vita nell'esplosione avvenuta vicino una moschea e altre 39 restano ferite. La più piccola delle attentatrici ha solo 9 anni.2016Gennaio - Un baby kamikaze di Boko Haram si fa esplodere in una moschea a Nguetchewe, nel nord del Paese, facendo almeno 4morti e due feriti.4 febbraio - la testata Site mostra il video di un ragazzino di 12 anni sgozza un prigioniero e urla: "America, questi sono i soldati che pagate".6 giugno - Isa Dare, 4 anni figlio di un estremista del Daesh di Londra  aziona il detonate che farà esplodere un auto con tre prigionieri
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