giovedì 24 marzo 2016
Bosnia, le tappe salienti del dramma 1992-1995
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Ecco le tappe salienti del dramma in Bosnia dal 1992 al 1995.1992 - L'occupazione serba e il lungo assedio a SarajevoNel 1992 il fronte della guerra nell’ex Jugoslavia si sposta in Bosnia-Erzegovina, con la popolazione per il 44% musulmana, per il 31% serba, per il 17% croata. I serbi si oppongono all’indipendenza voluta dai musulmani e dai croati. I serbo-bosniaci e l’esercito federale occupano il 70% della Bosnia, bombardano la capitale Sarajevo, effettuano operazioni di pulizia etnica e religiosa.11 LUGLIO 1995 - Strage nell’enclave musulmana sotto gli occhi dell'OnuL’11 luglio del 1995 le forze serbo-bosniache, guidate dal generale dell’Armata popolare di Jugoslavia Ratko Mladic, annientano la piccola enclave musulmana che aveva cercato protezione presso i peacekeepers Onu a Potocari, villaggio a sei chilometri da Srebrenica. Mladic, arrestato nel 2011, è tuttora sotto processo per genocidio e crimini di guerra. In quei giorni vennero uccisi circa ottomila musulmani. Dello stesso eccidio è accusato anche il leader Radovan Karadzic: l’ordine superiore arrivò proprio da lui. Con Mlòadic, l’ex presidente della Repubblica Srpska, condivide anche il triste soprannome di “Macellaio dei Balcani”21 NOVEMBRE 1995 - Dopo l’intervento della Nato la firma degli accordi a DaytonIl conflitto termina nel 1995 grazie all’intervento della Nato, con un bilancio di 250.000 morti ed oltre 2 milioni di profughi. Gli accordi di Dayton (Usa) firmati il 21 novembre 1995 da Milosevic per i serbi, da Tudjman per i croati da Izetbegovic per i bosniaci stabiliscono che la Bosnia è un unico stato composto da due entità: una ederazione musulmano-croata ed una Repubblica serbo-bosniaca.
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