lunedì 1 settembre 2014
Secondo l’associazione israeliana Peace Now si tratta della più grande 
sottrazione di terra degli ultimi 30 anni, una decisione e non aiuta il processo di pace.
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Una confisca senza precedenti: 400 ettari dei Territori Palestinesi passeranno ad Israele. Lo ha deciso l’amministrazione civile dello Stato ebraico che governa oltre la linea verde, ovvero il tracciato di separazione con l’Autorità palestinese voluto dalla Comunità internazionale. I 400 ettari che coinvolgono cinque villaggi palestinesi e si trovano a ovest di Betlemme, permetteranno l’espansione dell’insediamento di Gvaot, nato come base militare nel 1984, poi convertito in zona residenziale. Presto, è stato annunciato, Gvaot potrebbe divenire una vera e propria città, specie se verranno concentrate qui le 15.000 nuove unità abitative assegnate dal Ministero dell’Abitazione. La confisca arriva in seguito al rapimento e all’uccisione in quella zona 
di tre ragazzi ebrei, lo scorso giugno, da parte di una cellula 
risultata in seguito affiliata a Hamas. Secondo l’associazione pacifista israeliana Peace Now si tratta della più grande 
sottrazione di terra degli ultimi 30 anni, arriva, poi, a cinque giorni dalla tregua che ha posto fine a 50 giorni di guerra con Gaza. Si tratterebbe infatti di una grave colpo per i negoziati di pace condotti dal presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen, che ha personalmente siglato il cessate il fuoco. Un vero e proprio balzo indietro, quindi, mentre il paese cerca di tornare alla normalità: ieri Più di due milioni di bambini israeliani 
sono tornati a scuola, dopo un’estate per molti di loro trascorsa 
in rifugi anti-missili. Aule ancora chiuse a Gaza invece anche ci si prepara a tornare tra i banchi presto. Molti istituti scolastici ospitano al momento migliaia di famiglie rimaste senza tetto a causa dei bombardamenti.
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