mercoledì 2 settembre 2015
​Manifestazione di protesta contro la discrimazione nell'assegnazione dei sussidi. Il vicario patriarcale: «Chiediamo giustizia e parità».
COMMENTA E CONDIVIDI
Centinaia di cristiani hanno manifestato oggi, davanti alla Basilica dell'Annunciazione a Nazareth, contro la discriminazione subita dalle scuole cristiane, che hanno annunciato uno sciopero a tempo indeterminato. "Quello che chiediamo non è un privilegio - ha detto monsignor Boulos Marcuzzo, vicario patriarcale del Patriarcato latino di Gerusalemme per Israele - chiediamo giustizia e parità, per le nostre scuole come per tutti gli altri istituti". Il prelato ha parlato davanti a una grande folla che si è riunita sotto lo slogan: "Il governo vuole la fine delle scuole cristiane" e "le scuole cristiane reclamano l'uguaglianza". Così, le porte di 47 scuole cristiane d'Israele sono rimaste chiuse. E ci resteranno finché, dicono, non si sia trovata una soluzione perché, ha aggiunto il vescovo, "se le scuole cristiane sono minacciata, alla lunga sarà la presenza cristiana ad essere minacciata". La manifestazione avviene alla vigilia dell'incontro tra papa Francesco e il premier israeliano Reuven Rivlin, previsto giovedì 3 settembre. Lo scorso lunedì 24 agosto a Gerusalemme era avvenuto un incontro tra il Comitato negoziale delle Scuole cristiane, presieduto dal vescovo Marcuzzo, e il presidente Rivlin. L'incontro era stato definito "un passo positivo" dal Segretariato generale dell'Ufficio delle Scuole cristiane in Israele. Intervistato da Radio Vaticana, padre Marwan Dedes, direttore generale delle Scuole della Custodia francescana di Terra Santa, ha ricordato che le scuole cristiane in Israele "accolgono più di 10 mila ragazzi" e che "la retta scolastica a carico dei genitori non arriva a coprire nemmeno il 50% delle spese necessarie". "Praticamente dipendiamo dal sussidio che prendiamo dal governo e lì nasce il vero problema. Le condizioni per poter prendere i sussidi che si davano prima, e che si dovrebbero dare ancora, non possono essere da noi accettate facilmente, perché limitano la libertà della scuola cristiana privata nel suo lavoro e nel suo modo di agire". Padre Dedes ha aggiunto: "Le nostre scuole, e parlo delle scuole cristiane non solo della Custodia ma di tutte le congregazioni che ci sono in Terra Santa, sono sempre state aperte a tutti. In alcune ci sono addirittura ragazzi ebrei. Ma in genere la popolazione scolastica è composta da cristiani e musulmani che vivono bene insieme, in sintonia e in quei luoghi possiamo trasmettere i nostri valori comuni: fratellanza, pace, amore, carità, volontariato". Un patrimonio spirituale e una serie di opportunità messi a rischio dalle nuove norme per i sussidi. Le 47 scuole cristiane presenti in Israele sono frequentate da 33mila studenti (di cui solo la metà sono battezzati) e impiegano 3mila insegnanti. I sussidi statali, che fino a qualche anno fa coprivano il 65% delle rette, sono stati drasticamente ridotti e adesso non coprono nemmeno il 30% delle spese di gestione.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: