venerdì 21 novembre 2014
​La ragazza di 19 anni era partita dall'Olanda per la Siria con l'intenzione di sposare un combattente visto in tv. Ma qualcosa era andato scorso e aveva chiesto aiuto alla mamma che l'ha raggiunta e riportata a casa.
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​​Cattolica osservante, s'è messa il velo islamico per salvare la figlia 19enne. E ha raggiunto Raqga, la capitale dello Stato Islamico, pur di riportarla a casa. Mesi prima infatti, dopo essersi convertita all'Islam radicale, la giovane aveva prima fatto perdere le sue tracce, poi era volata in Siria per sposare un mujaheddin. È l'incredibile storia di una signora olandese, Monique, una sorta di madre coraggio dei nostri giorni, che per amore della figlia ha sfidato l'Isis. Le due donne sono tornate sane e salve a casa loro a Maastricht, dove oggi la ragazza, Sterlina, che aveva adottato il nome islamico di Aisha, è comparsa davanti ai giudici per rispondere di "terrorismo" e "minaccia alla sicurezza dello Stato".    A raccontare la storia sono i media olandesi, secondo i quali la giovane Aisha era partita per la Siria per sposare un 'foreign fighters', uno dei 130 jihadisti partiti dall'Olanda per combattere sotto le bandiere nere del Califfo. Un amore che sarebbe nato dalla tv: pare che la sera del 26 gennaio scorso la ragazza si fosse infatuata di un ex militare, tale Omar Yilmaz, da mesi combattente in Siria contro il regime di Assad. "Lo ha visto come una specie di Robin Hood", racconta sgomenta la madre. Quindi ha deciso di cercarlo sui social media e una volta trovato ha deciso di raggiungerlo per sposarlo. Ma qualcosa - rivela il tabloid olandese Algmeen Dagblad (Ad) - andò storto, il piano matrimoniale fallì e forse la ragazza entrò in pericolo. Fatto sta che dalla Siria contattò la mamma Monique. Quest'ultima la settimana scorsa è volata in Turchia, da dove ha attraversato la frontiera ed è riuscita a incontrare la figlia Sterlina/Aisha a Raqqa, eletta dei jihadisti "capitale" dello Stato islamico: un'operazione di salvataggio conclusa bene, tanto che dopo un passaggio sempre in Turchia, le due donne sono tornate sane e salve nella loro casa in Olanda.    Tuttavia, dell'intera vicenda non vengono svelati molti dettagli. E c'è infatti chi ne mette in dubbio la veridicità: Roger Bos, rappresentante della Procura, ha affermato alla tv olandese che la signora "non ha mai messo piede in Siria" ed è probabile che abbia aspettato la figlia alla frontiera. La procura, ha spiegato Bos, sta ora indagando sui tragitti compiuti tanto dalla madre quanto dalla ragazza.    Ma la storia di Aisha, ad ogni modo, è simile a quella di tantissime giovani donne europee, spesso poco più che adolescenti, che negli ultimi mesi hanno lasciato le loro famiglie, non solo in Olanda, ma anche in Francia e in Germania, per raggiungere la Siria spinte dalla voglia di unirsi ai combattenti dell'Isis. Quanto ai numeri dei 'foreign fighters', dei 130 olandesi partiti per unirsi allo Stato islamico, 30 sono poi tornati al loro paese e altri 14 sono morti, secondo cifre pubblicate dal servizio d'intelligence dell'Aja (Aivd).
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