È morta, dopo quasi due giorni
di agonia, la 16enne indiana violentata e poi data alle fiamme
da un 19enne, ora agli arresti. La notizia arriva all'indomani dell'8 marzo, giorno dedicato in tutto il mondo ai diritti delle donne.
Ricoverata lunedì in
condizioni disperate, con ustioni su oltre il 90% del corpo, la
ragazza è deceduta "nonostante gli sforzi dei medici", ha
riferito un investigatore, Ashwani Kumar. "L'indagine è in
corso - ha aggiunto - per scoprire di più circa il motivo e i
dettagli del crimine".
Arrestato 19enne. Tra i capi d'imputazione contro il
19enne agli arresti ci sono violenza sessuale e omicidio. Secondo i media locali, il padre della ragazza avrebbe detto
che l'uomo, abitante in un villaggio vicino, non lontano da Nuova
Delhi, perseguitava e molestava sua figlia da oltre un anno,
nonostante svariati avvertimenti.
Uno stupro ogni mezz'ora. Secondo le statistiche, in India si registra uno stupro ogni
mezz'ora e la capitale detiene il primato nazionale degli abusi
sessuali, secondo dati del 2015.
La protesta delle donne. Nel 2012 una brutale aggressione sessuale contro una
studentessa su un autobus da parte di un gruppo di uomini alzò
il velo sulla condizione femminile nel sub-continente,
provocando manifestazioni di massa. Portò anche a una riforma
della normativa in merito agli stupri, con pene più severe e
processi più veloci, ma il livello di violenza non è calato.
Adolescenti vittime. Il mese scorso la polizia nell'Uttar Pradesh ha arrestato due
uomini per aver ucciso a colpi d'arma da fuoco una 14enne che
aveva opposto resistenza, mentre a febbraio un'adolescente
nello Stato orientale del Jharkhand è stata aggredita
sessualmente mentre si trovava ricoverata in ospedale per una
precedente violenza.
Le parole del presidente. "È intollerabile che ancora al
giorno d'oggi e nella nostra epoca donne siano esposte a
violenze brutali e selvagge per il solo fatto di essere donne", ha dichiarato ieri il presidente indiano
Pranab Mukherjee.
Consegnando a Nuova Delhi i premi "Nari Shakti Puruskar" per il
2015, in occasione della Giornata internazionale delle Donne, il
capo dello Stato ha detto che "la violenza, o la
paura della violenza, riduce la libertà e lo sviluppo di tutti,
particolarmente delle donne e dei bambini. Ma soprattutto,
sminuisce la nostra società quando permette simili trattamenti
inumani".