martedì 15 gennaio 2013
​Dopo l'imponente manifestazione di domenica, pronte altre battaglie. Il presidente francese ha riconosciuto la mole «consistente» della protesta ma si è detto determinato ad andare avanti con il progetto di legge. Gli organizzatori promettono: «Se l'Eliseo non cambia posizione, saremo super-mobilitati».
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​Il fronte del “no” ha vinto domenica un nuovo round e in modo clamoroso. Ma la battaglia continua, dato che la bozza di legge socialista sulle nozze e adozioni gay resta ufficialmente pronta per essere discussa all’Assemblée Nationale. Dopo l’impressionante ma pacifica e sorridente marea umana di protesta che ha invaso Parigi – almeno 675mila persone, secondo la media delle stime fornite da organizzatori e polizia –, i coordinatori della “Manifestazione per tutti” intendono accentuare al massimo la pressione sull’Eliseo e sul Parlamento.Il fiume umano, chiazzato di rosa e blu, è stato uno dei più imponenti di tutta la Quinta Repubblica. Eppure, nelle ultime ore, la posizione del presidente François Hollande è rimasta di chiusura. Attraverso un comunicato, il capo dell’Eliseo ha riconosciuto la mole «consistente» della protesta, ma senza fare concessioni, in un clima condizionato pure dall’inizio dell’offensiva francese in Mali. L’esecutivo resta «totalmente determinato a realizzare questa riforma, questo progresso storico che non è la vittoria di un campo contro un altro, ma un progresso per tutta la società», ha detto ieri la portavoce governativa Najat Vallaud-Belkacem. Lo scenario di un braccio di ferro sempre più aspro pare già a molti inevitabile. «Se il presidente non cambia posizione, saremo super-mobilitati», ha promesso Frigide Barjot, sorta di musa sui generis ma innegabilmente carismatica degli oppositori. Altri coordinatori della "Manif pour tous" hanno affermato che quanto si è visto finora «è solo l’aperitivo». Nondimeno, il tempo stringe, dato che il dibattito all’Assemblée è previsto nella prima metà di febbraio. Un appello referendario contro la bozza è stato già firmato da più di un centinaio di parlamentari dell’opposizione, mentre sono circa 17mila i sindaci aderenti a una petizione analoga. La posizione dell’esecutivo è complicata pure dalla presenza di amministratori locali e simpatizzanti del Ps nei cortei di domenica. Fra loro, in particolare, la corrente socialista dissidente dei Poissons roses (pesci rosa), guidata da Philippe de Roux: «Da tempo, ci siamo resi conto della gioia che può provocare a sinistra il fatto di tornare ad affrontare in modo profondo e responsabile le questioni antropologiche e di etica sociale, che sono sempre pure questioni di giustizia. Per noi, la questione del matrimonio coincide con quella dei diritti dei bambini, perché siamo per la giustizia». In rapida ascesa, la frangia dissidente annovera pure deputati che siedono all’Assemblée.Nel fronte del no, la componente cattolica resta centrale e motrice, ma è stata via via affiancata da una miriade di altri orientamenti, coloriture, sensibilità e visioni del mondo. Questo pluralismo, ma anche l’organizzazione impeccabile dei cortei e l’assenza di incidenti hanno ancor più corroborato la credibilità delle proteste. Secondo gli ultimi sondaggi, del resto, i francesi sono sempre meno sedotti dalla bozza Ps, il cui capitolo dedicato alle adozioni è ormai nettamente bocciato. Tanti credenti hanno confessato nelle ultime ore di averla percepita come un autentico «momento di grazia» per la Francia.
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