martedì 23 settembre 2014
​Agguato a Hebron. I militari israeliani: hanno fatto resistenza. Plauso di Netanyahu: fin dal primo momento sapevamo che Hamas era responsabile del rapimento.
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​Israele ha annunciato che sono stati uccisi i due militanti palestinesi considerati responsabili del rapimento e dell'uccisione dei tre ragazzi israeliani che, la scorsa estate, innescarono le tensioni che portarono al nuovo conflitto a Gaza. Secondo quanto reso noto dai militari israeliani, Amer Abu Aisha e Marwan Qawasmeh erano stati localizzati nella zona di Hebron, la principale città palestinese nel sud della Cisgiordania. Le forze speciali hanno circondato la casa a due piani dove i due uomini si nascondevano ed hanno ucciso i sospetti durante uno scontro a fuoco, ha affermato il portavoce militare Peter Lerner. "Durante tutta l'operazione sapevamo che erano armati, hanno aperto il fuoco, noi abbiamo risposto e sono rimasti uccisi nella sparatoria", ha detto. Non vi sono ancora conferme palestinesi della morte dei due perché l'intera aerea dell'operazione è stata chiusa dall'esercito israeliano. Tre membri della famiglia di Qawasmeh sono stati arrestati, ha aggiunto il portavoce israeliano. "Il terrorismo non paga, non paga rapire israeliani, alla fine verranno sempre presi", ha detto ancora Lerner insistendo sul fatto che i due palestinesi uccisi avessero legami con Hamas. "Non abbiamo dubbi sul fatto che fossero affiliati ad Hamas, lavoravano nello spirito di Hamas", ha concluso. Benyamin Netanyahu è tornato ad accusare Hamas della responsabilità del rapimento di tre ragazzi ebrei in Cisgiordania, i cui presunti assassini sono stati uccisi oggi a Hebron. "Fin dal primo momento avevamo detto che Hamas era responsabile - ha detto il premier israeliano - e infine lo stesso Hamas ha ammesso di averlo organizzato". "La mano della giustizia di Israele, la nostra lunga mano, ha infine raggiunto" i presunti killer, si è compiaciuto il primo ministro.
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