mercoledì 29 ottobre 2014
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Gli esperti di sicurezza informatica americani sospettano che siano stati hacker che lavorano per il governo russo a violare il sistema informatico della Casa Bianca. È quanto scrive il Washington Post, precisando che fonti della Casa Bianca hanno spiegato che l'attacco, che ha avuto come risultato interruzioni di parte del servizio, non sembra aver danneggiato in alcun modo il sistema. E che al momento si ritiene che gli hacker non siano riusciti ad entrare nel sistema riservato, e quindi più protetto, della Casa Bianca. Le interruzioni del servizio, hanno spiegato ancora le fonti al Washington Post, sono state provocate dall'intervento delle squadre di cybersecurity entrate in azione una volta riscontrata la violazione del sistema. Le squadre comprendono agenti dell'Fbi, del Secret Service e della National Security Agency, la Nsa, che stanno indagando anche per risalire ai responsabili dell'attacco. Al momento però le fonti della Casa Bianca non si vogliono sbilanciare su eventuali sospetti, ma fonti del mondo della cybersecurity puntano il dito contro gli hacker russi. Ed è anche emerso è che è stato un paese alleato ad avvisare Washington della violazione del sistema che sarebbe stata scoperta due, forse tre, settimane fa. Negli ultimi mesi, parallelamente all'inasprirsi dei rapporti con Mosca per la crisi ucraina, esperti privati di sicurezza informatica hanno identificato attività di cyberspionaggio da parte di hacker russi che si ritiene siano legati al governo russo. Tra gli obiettivi di questi attacchi la Nato, il governo ucraino e società che hanno appalti con il governo americano. Non è la prima volta che la Russia viene sospettata per attacchi informatici contro sistemi del governo americano: nel 2008 fu proprio l'intelligence russa ad essere sospetta di essersi inserita nella sezione riservata del sistema informatico del Pentagono. Il nuovo incidente alla Casa Bianca è sicuramente destinato a raddoppiare gli sforzi per rendere al più presto operativo l'U.S. Cyber Command, il nuovo comando militare creato con il compito di difendere i sistemi informatici strategici - quindi non solo quelli governativi ma anche del settore privato - americani. Il comando, che avrà entro il 2016 6mila effettivi, potrà anche intraprendere operazione offensive di cyberwar contro eventuali nemici.
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