giovedì 27 novembre 2014
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Il sogno di debellare l'Aids è ancora lontano, ma grandi passi sono stati fatti ed è ancora possibile fare verso l'azzeramento della trasmissione materno-fetale. Alla vigilia della Giornata mondiale contro l'Hiv (1 dicembre) i dati che arrivano dalle organizzazioni impegnate ogni giorno sul difficile cammino della cura e della prevenzione forniscono dati che raccontano sì di un fenomeno di spaventosa portata, ma anche di enormi progressi e risultati positivi. Laddove si interviene. Le persone che convivono con l'HIV sono 35 milioni (erano 33 milioni nel 2007). L’infezione da HIV continua a propagarsi e l’AIDS rimane la pandemia che miete più vittime al mondo. La Chiesa cattolica, in particolare attraverso la Caritas, si impegna in tutto il mondo per i diritti alla cura e per la salute soprattutto dei più deboli e dei meno tutelati, attraverso più di 5mila ospedali, 17mila dispensari, 600 centri per lebbrosi, 15mila case di accoglienza per malati cronici e per disabili fisici e mentali. La Caritas è attiva in 107 Paesi con programmi di lotta all’Aids, che prevedono la prevenzione, la cura, la formazione. Caritas Italiana sostiene le comunità locali, soprattutto in Africa, per assicurare cure dignitose e attività di coscientizzazione per contrastare la diffusione del virus e le sue conseguenze. Da 13 anni, anche Cesvi, organizzazione laica per la cooperazione e lo sviluppo, è fortemente impegnata nella lotta all’Hiv, in particolare in Africa. La campagna “Fermiamo l'Aids sul nascere” è stata avviata nel 2001 nell’ospedale Saint Albert in Zimbabwe, dove ancora oggi Cesvi fornisce terapia farmacologica al fine di ridurre la trasmissione del virus da mamma sieropositiva a neonato, garantendo anche l’assistenza medica ai malati di Aids. “Dal 2009 al 2012 il numero di nuove infezioni tra i bambini è diminuito del 40% grazie ai servizi di informazione e alla distribuzione di farmaci antiretrovirali  sottolinea il presidente della onlus, i Giangi Milesi -.  Nei distretti dove portiamo il nostro aiuto, la percentuale di siero-prevalenza è scesa negli ultimi 6 anni dal 23 al 13%”. L’Africa Subsahariana è la zona più colpita al mondo. Nel 2013, il numero di persone che convivono con l’HIV è arrivato a 24.7 milioni: più della metà sono donne e circa 2.9 milioni bambini. Tra il 2005 e il 2013, tuttavia, in Africa si è registrato un miglioramento. Le morti sono diminuite del 39% e dal 2009 è calato il numero di infezioni tra i bambini. Il 1° dicembre, in occasione della Giornata Mondiale di lotta all’AIDS, Cesvi rilancia “Fermiamo l’Aids sul nascere” e celebra, con un evento realizzato in partnership con l’Università La Sapienza di Roma, il #VirusFreeDay. L’obiettivo è duplice: da un lato sostenere la lotta al virus nei Paesi più colpiti e dall’altro rialzare il livello di attenzione fra i giovani italiani sulla prevenzione.
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