lunedì 10 ottobre 2016
L'edificio non è conforme alle norme di sicurezza. Sgombero entro domani. La diocesi sceglie la linea morbida. L'appello del vescovo.
Francia, prefetto: via i migranti dalla chiesa
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Vietato ospitare in chiesa i migranti di notte. L'ordine arriva dal prefetto. Se entro martedì 11 ottobre la chiesa non verrà sgomberata, almeno nelle ore notturne, sarà costretto a farla chiudere. Accade in Francia, nel dipartimento della Loira, a Saint-Etienne. Sul caso interviene anche il vescovo Sylvain Bataille, che usa toni concilianti: quella in chiesa naturalmente, spiega, è solo una sistemazione d'emergenza e temporanea; e invita tutti a collaborare per trovare in fretta alloggi dignitosi. Da 15 anni con i migranti. Saint-Etienne, quartiere di Montreynaud, parrocchia di Sant Vincent de Paul. Da una quindicina d'anni questa comunità, nel nome di san Vincenzo de Paoli, è impegnata nell'accoglienza e nell'accompagnamento dei migranti. Si è cominciato con padre André Raymond, poi si è proseguito con padre Gerard Riffard, 71 anni. Aiuto materiale e spirituale, mediazione culturale svolta anche grazie alla presenza in parrocchia di cristiani di origine africana. Si è costituita un'associazione: Anticyclone. «L'alloggio non rientra tra gli obiettivi dell'associazione Anticyclone - rileva il vescovo - ma situazioni d'urgenza hanno portato progressivamente ad accogliere persone di notte nei locali della chiesa di Sainte Claire». Ad oggi sono circa un'ottantina i migranti che vi trascorrono la notte. L'ordine di sgomberare. Ora questa chiesa dev'essere sgombrata. Motivi di sicurezza, afferma il prefetto. L'edificio non è dotato di porte tagliafuoco e rappresenterebbe un pericolo in caso d'incendio. Insomma: una chiesa non è un albergo, e dunque non è norma per potervi dormire. Ad annunciarlo è stato lo stesso padre Riffard durante la messa domenicale. L'avviso è chiaro: in caso di trasgressione l'edificio religioso verrà immediatamente chiuso. La ricerca di un tetto. Padre Riffard non si scoraggia. E non adotterà la linea dura. Dice di aver trovato una soluzione alternativa per almeno 50 rifugiati. Ma da domani almeno venti rischiano di restare senza un tetto. Le parole del vescovo. «Cristiani della Loira, speriamo e preghiamo che decisioni politiche, sul piano nazionale e internazionale, consentano di progredire verso una maggiore pace nelle parti del mondo colpite dai conflitti» scrive il vescovo. E conclude: «Cristiani della Loira, noi vogliamo continuare a vivere il Vangelo accanto a coloro che sono toccati da questo dramma e accompagnarli, con i mezzi che abbiamo».
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