martedì 5 febbraio 2013
​Oggi la Camera dei Comuni vota la legge. Critiche al Governo dall'elettorato conservatore. Sulla carta, il progetto del premier Tory ha i numeri per passare, anche perché sostenuto dai liberaldemocratici e laburisti. Una quota significativa del suo partito però è contraria.
Francia, il governo si «spacca» sulla fecondazione
COMMENTA E CONDIVIDI

Comincia oggi l’iter parlamentare che potrebbe – se tutto va secondo i piani del premier conservatore David Cameron – vedere il matrimonio gay legalizzato entro il 2015. I primi chiamati ad esprimersi sull’argomento saranno questo pomeriggio gli esponenti della Camera dei Comuni con un voto dal quale, se lo desiderano, potranno astenersi. Secondo le previsioni, il progetto di legge dovrebbe incassare l’approvazione della maggior parte dei deputati: ad appoggiare la normativa sono sia i liberaldemocratici – che guidano il governo insieme ai conservatori – sia i laburisti, all’opposizione. Si oppone, invece, un centinaio di tory, che accusa il proprio leader di «stravolgere i valori dello schieramento». In ogni caso, i numeri sembrano giocare a favore dello “strappo”.

È molto meno prevedibile, al contrario, il voto che si terrà più avanti alla Camera dei Lord dove la maggior parte degli esponenti si è già espressa contro la legge. In tanti criticano il tempismo della normativa, definita alquanto prematura. L’iter parlamentare potrebbe comunque durare dai due ai nove mesi e la legge, anche se approvata, non entrerebbe in vigore prima del 2015 quando sono attese le nuove elezioni politiche. Da qui ad allora il premier David Cameron avrà diversi ostacoli da superare perché, nonostante il consenso ai Comuni sia forte, il premier non gode di quello della maggior parte della popolazione. Secondo due recenti sondaggi pubblicati dal Daily Telegraph, infatti, oltre il 70 per cento dei cittadini crede che non ci sia affatto bisogno di introdurre la nuova legge quando le coppie gay possono già unirsi in cosiddette “civil partnership” e godere di tutti i diritti legali delle coppie sposate. Sempre il 70 per cento, inoltre, resta attaccato al concetto fondamentale che il matrimonio sia tra un uomo e una donna. La legge sulle nozze gay potrebbe “costare cara” al premier e all’intero partito, come hanno sottolineato in una lettera appena qualche giorno fa oltre una ventina di deputati conservatori. La misura rischia di rovinare l’immagine del premier agli occhi della base elettorale. Tanti fra i votanti tory, secondo vari analisti, sono «delusi e arrabbiati» perché il leader «tradisce i valori fondanti del partito». Entrambe le chiese, Cattolica e Anglicana, sono contrarie alla nuova legge e hanno già detto che non celebreranno tali matrimoni utilizzando la clausola che consente loro di non farlo. Ieri il nuovo arcivescovo di Canterbury, Justin Welby , nel giorno del suo insediamento ufficiale a Lambeth Palace, ha tenuto a ribadire la sua opposizione alla nuova legislazione. L’arcivescovo ha sottolineato che per la Chiesa Anglicana il matrimonio sarà sempre «l’unione tra un uomo e una donna». L’arcivescovo cattolico di Southwark, Peter Smith – dopo che la Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles aveva distribuito un memorandum a tutti i parlamentari invitandoli a respingere il disegno di legge, ha chiesto alla comunità di pregare affinché la normativa venga respinta ai Comuni. «La definizione del matrimonio come unione di un uomo e una donna – ha detto ieri l’arcivescovo Smith – precede la nascita dello Stato e della Chiesa e per questo nessuno ha il diritto di cambiarla». «La complementarità della relazione matrimoniale – ha concluso – è impressa nella natura umana».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: