martedì 29 settembre 2015
Il governo del Nepal: troppi incidenti. «Non è questione di discriminazioni, ma di regole. Come si può scalare senza gambe?». Ma qualcuno ce l'ha fatta.
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Quando nel 2001 Erik Weihnmayer piantò la sua bandierina sulla cima dell'Everest, fu come abbattere la barriera architettonica più alta del mondo: lo scalatore americano fu il primo non vedente a scalare la montagna più alta del mondo, e da allora è un simbolo per quanti non vogliono arrendersi alla propria disabilità. Forse non ci sarà un altro Weihnmayer, né un altro Mark Inglis, neozelandese, il primo ad arrampicarsi senza gambe fino a quota 8.848 metri. Né un altro Yuichiro Miura, il giapponese divenuto il più anziano scalatore dell'Everest portando a compimento la sua impresa nel 2013, a 80 anni. Nè tanto meno ci saranno le lacrime di gioia di ragazzine come Malavath Poorna, la 13enne indiana che ha conquistato l'anno scorso il "tetto del mondo"Il governo nepalese sta considerando l'ipotesi di imporre nuovi e più stringenti limiti per scalare l'Everest. Il «Tetto del mondo» diventerebbe off-limits per i minorenni, gli over 75 e per le persone con gravi disabilità. Inoltre sarà necessario dimostrare una precedente esperienza alpinistica su una montagna sopra i 6.500 metri. Le casse del Nepal ricevono milioni di dollari dai permessi per l'ascensione alla montagna più alta del mondo. Ma gli incidenti causati da valanghe, così come dall'eccesso di spedizioni commerciali (accenna alla questione anche il film Everest in questi giorni nelle sale cinematografiche), hanno indotto Kathmandu a rivedere la sua politica turistica. "Non riteniamo corretto rilasciare permessi a persone che non possono vedere, o camminare, o non hanno le braccia - ha detto il capo del ministero del Turismo, Govinda Karki -. Salire sull'Everest non è uno scherzo... Non è questione di discriminazioni. Come si può scalare senza gambe? Qualcuno ti deve portare su. Vogliamo rendere le montagne più sicure per tutti, quindi dobbiamo imporre alcune regole". Nessuna discriminazione, dunque. Solo, le montagne sono una cosa seria, riservata magari a chi le scala d'abitudine, è in salute e normodotato. Astenersi ciechi, paraplegici, adolescenti troppo "in gamba", arzilli 80enni (anche se con esperienza) e tutti quegli sportivi senza limiti mentali che vogliono dimostrare ch'è possibile superare quelli convenzionali.
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