venerdì 8 novembre 2013
Nabil Fahmy indica scadenze per le tappe che dovrebbero far uscire il Paese dalla transizione. E annuncia che il braccio politico dei Fratelli musulmani potrà presentarsi. Nuovi scontri: un dodicenne ucciso a Giza in una manifestazione pro-Morsi.
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Elezioni fra febbraio e marzo, presidenziali prima dell'estate e nuova costituzione e referendum entro dicembre di quest'anno. Questa la road map delineata dal ministro degli Esteri egiziano Nabil Fahmy, in una intervista alla Reuters, nella quale per la prima volta un esponente di primo piano del governo nato dopo la deposizione dell'ex presidente Mohamed Morsi indica scadenze per le tappe che dovrebbero far uscire il paese dall'ennesima transizione politica e traghettarlo verso nuove istituzioni democratiche.Oltre all'indicazione delle date, Fahmy ha fatto un'altra rivelazione significativa affermando che il braccio politico dei Fratelli musulmani, Giustizia e Libertà, non è illegale in Egitto e potrà quindi partecipare alle prossime elezioni. Le parole del ministro sembrano una risposta ai numerosi appelli venuti dalla comunità internazionale, non ultimo dal segretario di stato Usa, John Kerry, nella su visita di domenica, affinché l'Egitto si metta davvero in marcia secondo la road map che le stesse autorità egiziane si sono date dopo la deposizione di Morsi.Un tassello di questa operazione sarà l'annunciata fine dello stato d'emergenza, il 14 novembre, anche se gli scontri continuano e oggi un dodicenne è stato ucciso durante una manifestazione pro-Morsi a Giza, nella grande Cairo.Malgrado le parole del ministro degli Esteri, il lavoro del comitato dei 50 per riscrivere la costituzione procede a rilento. Numerosi i nodi che il comitato, che non include rappresentanti della Fratellanza, non è ancora riuscito a sciogliere. Fra questi il ruolo delle forze armate e la trasparenza del loro bilancio e la presenza o meno della sharia, la legge islamica, come principio del diritto.Nel frattempo suscitano preoccupazione fra attivisti e ong per i diritti umani due proposte di legge che sono ancora in fase di definizione riguardanti nuove norme su manifestazioni e comizi e misure antiterrorismo. Entrambe rischiano di riportare il Paese allo stato di polizia dell'era Mubarak, accusano. Proprio la mancanza di prove tangibili di attuazione della road map hanno indotto gli Usa a sospendere significative forniture di armamenti all'Egitto, il secondo più importante destinatario di aiuti militari Usa nella regione dopo Israele. Per tutta risposta la nuova leadership egiziana aveva annunciato nei giorni scorsi l'intenzione di "diversificare" le sue fonti di approvvigionamento.Saranno al Cairo il 13 e 14 novembre, in un tandem inedito, il ministro degli Esteri e della Difesa russi Sergei Lavrov e Sergei Shoigu. I loro colloqui, hanno fatto sapere fonti diplomatiche, si concentreranno sull'acquisto di armi. "Questa decisione non ha nulla a che vedere con le divergenze con gli Usa", ha detto la fonte.
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