sabato 27 settembre 2014
​La 33enne è stata giudicata colpevole di poligamia da un tribunale islamico. Uccisa a Barawe di fronte a centinaia di persone.
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​Gli jihadisti somali di Shabaab hanno lapidato pubblicamente una donna, condannata per adulterio da un tribunale islamico istituito dagli integralisti. Il movimento Shabaab, fedele ad al Qaeda, ha imposto una versione rigida della sharia (legge islamica), nelle zone del Paese controllate dai miliziani, nonostante l'intervento dell'esercito somalo affiancato dalle forze dell'Unione africana. Centinaia di persone si sono radunate nella città meridionale di Barawe, per assistere alla lapidazione della 33enne Safia Ahmed Jimale. La donna è stata sepolta viva fino alle spalle ed è stata colpita a sassate fino alla morte da miliziani incappucciati e da uomini tra la folla. Uno jihadista, proclamandosi giudice, ha annunciato che la donna ha confessato di avere tre mariti. Secondo il giudice, la donna ha ammesso la propria colpevolezza e ha accettato di essere lapidata per ottenere il perdono di Allah. Il tribunale istituito dagli jihadisti non permette appello nè difesa da parte degli imputati. La legge islamica permette alle donne di avere solo un marito, mentre un uomo può avere fino a quattro mogli.
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