lunedì 29 febbraio 2016
​Il governo iracheno e l'ambasciata Usa a Baghdad mettono in guardia i residenti lungo il fiume Tigri su un possibile cedimento della diga di Mosul, la più grande dell’Iraq. «Potrebbe provocare 1,5 milioni di morti».
Ambasciata Usa: rischio caduta per diga a Mosul
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Il governo iracheno e l'ambasciata Usa a Baghdad mettono in guardia i residenti lungo il fiume Tigri su un possibile cedimento della diga di Mosul, la più grande dell’Iraq e la quarta più grande di tutto il Medio Oriente, che si trova a circa 40 chilometri a nord della città di Mosul in una zona controllata dai curdi. Il rischio di caduta è "serio e senza precedenti. Un'evacuazione rapida rappresenta lo strumento più efficace per salvare vite di centinaia di migliaia di iracheni" afferma l'ambasciata americana, stimando che un crollo della diga potrebbe provocare la morte di quasi 1,5 milioni di iracheni che vivono lungo il Tigri. La diga è molto danneggiata dai combattimenti degli ultimi mesi tra lo Stato islamico e i curdi e subirà dei grandi lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza che verranno svolti dall’azienda italiana Trevi, a cui è stato appena assegnato l’appalto. Per la tarda primavera (maggio-giugno) è programmato anche l'arrivo a Mosul di circa 500 militari italiani che si occuperanno di far sì che i lavori di ristrutturazione della diga procedano in piena sicurezza. Il contingente potrebbe essere costituito dai bersaglieri della brigata Garibaldi, con mezzi blindati e poi forze speciali, artificieri e assetti di copertura aerea. Compito dei militari sarà l'approntamento di una cornice di sicurezza adeguata per i tecnici che lavoreranno sul cantiere. Sopralluoghi e ricognizioni sul posto sono già stati fatti ed i piani di invio da parte dei vertici della Difesa sono in fase avanzata. Sia l'ambasciata americana sia il governo iracheno affermano che non ci sono specifici segnali che facciano pensare a un cedimento imminente della diga, ma l'esecutivo di Baghdad ha messo a punto un piano per fronteggiare l'emergenza nel caso il disastro dovesse avvenire. L'ambasciata Usa, in particolare, citata dalla stampa locale, afferma che una rapida evacuazione delle popolazioni lungo il fiume Tigri sarebbe il primo intervento da adottare, se il cedimento dovesse effettivamente avvenire. Il governo di Baghdad sottolinea che un crollo della diga "è molto improbabile, specialmente con le precauzioni prese dalle autorità". In attesa dell'intervento della società italiana Trevi per il rafforzamento dell'impianto, sono continue le iniezioni di cemento per rinsaldare le fondamenta.Il gruppo italiano - unica impresa qualificata in corsa perl'aggiudicazione della prima fase dei lavori di manutenzione delladiga - aveva, al momento dell'annuncio, parlato di "una questione dipoche settimane" per la firma ufficiale del contatto. Invece restaancora tutto fermo, anche se i pericoli legati alla diga - si spiega -sono "un tema caldo, di cui anche il governo iracheno è pienamenteconsapevole".
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