lunedì 30 novembre 2015
​A Parigi 147 capi di Stato cercano un'intesa contro il riscaldamento globale. 
L'appello dei vescovi: accordo equo e vincolante
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​Al via a Parigi la conferenza sul clima Cop21, presenti 147 capi di Stato e di Governo. Fra gli altri sono arrivati il presidente americano Obama che la scorsa notte ha fatto una sosta fuori programma davanti alla sala concerti del Bataclan, il teatro della strage del 13 novembre, e il premier Renzi. Fondo per i paesi meno sviluppati. In apertura dell'incontro, preceduto da un minuto di silenzio per le 130 vittime di Parigi, 11 Paesi tra cui Italia, Usa, Francia, Germania e Gran Bretagna hanno annunciato un contributo complessivo di 248 milioni di dollari al Fondo per i Paesi meno sviluppati per sostenere l'adattamento ai cambiamenti climatici degli stati più vulnerabili. Fabius: obbligati ad avere successo. "Siamo obbligati ad avere successo, la posta in gioco è troppo importante per potersi accontentare di un accordo al ribasso, ha ammonito il ministro degli esteri francese Fabius. La città è blindata dopo gli scontri di ieri fra manifestanti e polizia. Le forze dell'ordine hanno identificato 341 persone e ne hanno fermate 317. Ban ki-moon ai leader: il futuro è nelle vostre mani. "Abbiamo bisogno di un accordo significativo e forte qui a Parigi" sul clima per stare "sotto i due gradi" di aumento della temperatura, anche per garantire "la pace e la sicurezza internazionale". Così il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon. "Il futuro del mondo è nelle vostre mani, non sono consentite indecisioni" ha detto invitando i leader degli stati partecipanti a "mostrare visione e coraggio". Hollande: il surriscaldamento crea guerre. Il surriscaldamento del clima "crea conflitti, crea più più migrazioni delle guerre": lo ha detto il presidente francese, Francois Hollande, nel suo intervento al vertice per la conferenza clima (Cop21) a Parigi. "Dobbiamo intervenire in nome ella giustizia climatica. Quello che è in gioco in questa conferenza è la pace", ha aggiunto il titolare dell'Eliseo.Barack Obama ha ammesso che gli Usa "hanno contribuito a creare il problema" e ha avvertito che "siamo l'ultima generazione chepuò cambiare le cose". "Dobbiamo avere qui, adesso, il potere di cambiare", ha aggiunto. Il presidente cinese, Xi Jinping, ha assicurato che il suo Paese "si impegna nella campagna mondiale su cambiamenti climatici" e per questo "gli impegni ecologici saranno in cima all'agenda dei prossimi piani pluriennali". Per Vladimir Putin "si può crescere riducendo le emissioni" e il presidente russo ha proposto un Forum mondiale a guida Onu.Due settimane di incontri. Quasi due settimane di negoziati, eventi e dibattiti in una lotta contro il tempo per arginare il cambiamento climatico provocato dall'inquinamento dell'uomo. La XXI Conferenza Onu sul clima proseguirà sino a venerdì 11 dicembre, con l'obiettivo di raggiungere un accordo vincolante. I leader, a differenza di Copenhagen quando arrivarono per la conclusione dei lavori, questa volta apriranno la conferenza con l'intento di dare un segnale forte. Parleranno tutti, da Obama a Putin passando per il premier Matteo Renzi, che parlerà nel pomeriggio. I lavori proseguireanno con focus su temi specifici: sulle foreste, sulla resistenza ai cambiamenti climatici (con il segretario dell'Onu Ban Ki-moon), sul lancio dell'alleanza sul solare (con il premier indiano Narendera Modi), sul "carbon pricing" (con il direttore del Fmi Christine Lagarde), e sull'Africa (con il presidente francese Francois Hollande). Obiettivo superare il protocollo di Kyoto. Ci saranno quattro giornate tematiche: il 2 dicembre sarà la Giornata degli agricoltori, il 3 la Giornata delle giovani e future generazioni, il 4 dell'educazione, l'8 sarà invece dedicato sia all'Africa che al genere. Una pausa sarà presa domenica 6 dicembre per preparare il rush finale dei negoziati, con il 7 e l'8 le dichiarazioni di alto livello di Stati e gruppi, per arrivare il 10 all'adozione delle conclusioni e l'11 alla chiusura con l'auspicata adozione dell'accordo che dovrebbe mandare in soffitta il protocollo di Kyoto.
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