lunedì 7 settembre 2015
Il caso di una madre dello Yunnan all'ottavo mese di gravidanza. Per lei si mobilitano decine di connazionali.
COMMENTA E CONDIVIDI
Il dramma di una donna di 41 anni, costretta dalla legge a scegliere tra abortire (la gravidanza è già all'ottavo mese) e far perdere il lavoro al marito, ha provocato un'alzata di scudi nell'opinione pubblica cinese.In Cina, pur con molte limitazioni, è ancora in vigore la legge che impone alle coppie che vivono nelle città di avere solo un figlio. La punizione per chi viola la legge varia da provincia a provincia e nello Yunnan, la regione del sud dove vive la donna, gli impiegati pubblici che hanno il secondo figlio vengono licenziati. Il padre del bambino che sta per nascere è un agente di polizia. Decine di persone, secondo i media cinesi, hanno telefonato agli uffici del governo provinciale per chiedere che venga fatta un'eccezione. Altre hanno scritto alla donna, offrendo un lavoro al marito se verrà licenziato.Varata negli anni ottanta per contenere la crescita della popolazione, la legge sul figlio unico è considerata superata dato che la società cinese sta conoscendo un processo di progressivo invecchiamento. La sua abolizione è stata più volte annunciata senza concretizzarsi.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: