martedì 28 giugno 2016
​Il Parlamento europeo in seduta plenaria approva la mozione per l'uscita del Regno Unito. Nel pomeriggio il Consiglio europeo con i 28 capi di governo. Juncker: siamo noi a dettare la linea. Weber: «Giusto il tavolo a tre con Roma» 
Europarlamento preme per avvio della Brexit
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​​Il Parlamento europeo chiede un'accelerazione sulla Brexit. Nel corso della seduta plenaria di stamattina è stata approvata (con 395 voti a favore, 200 no e 71 astenuti) la mozione che chiede l'avvio delle procedure di uscita del Regno Unito dall'Ue. I leader europei che nel pomeriggio si vedranno per fare il punto della situazione, non vogliono perdere tempo ed esortano Londra ad adottare le procedure in fretta per non paralizzare un'Unione il cui futuro è in gioco. Ma il premier inglese, David Cameron che oggi sarà insieme a loro a Bruxelles, al Consiglio Ue, di fronte agli altri 27 leader, non si muove di un centimentro: non intende chiedere l'avvio delle procedure. Dimissionario, da giorni continua a ripetere che sarà il suo successore a trattare con l'Europa. Il presidente della Commissione, Jean Claude Juncker, ha esortato Londra a chiarire "il prima possibile" le sue intenzioni e ha aggiunto che nessuno, a Bruxelles, negozierà nulla con il Regno Unito finché Londra non avrà notificato formalmente la decisione di uscire. "Niente giochi" ha avvisato Juncker sottolineando come sia l'Europa "a dettare l'agenda non chi vuole uscire". "Non sono né stanco né malato - ha detto replicando alle accuse giuntegli in questi giorni - combatterò fino al mio ultimo respiro per un'Europa unita e migliore".
IL SUMMIT A BERLINO DI LUNEDI' La Ue riparte da tre: il vertice Merkel, Renzi e Hollande 

 Da Berlino, gli ha fatto eco il cancelliere Angela Merkel, assicurando dal Bundenstag che l'Ue è abbastanza forte per sopravvivere all'uscita della Gran Bretagna. Merkel ha avvertito il Regno Unito che non potrà scegliere di mantenere i privilegi, facendo a meno di tutti gli obblighi: "Chi esce da una famiglia non può sperare che tutti gli obblighi spariscano e si mantengono solo i privilegi". E ha spiegato che il Regno Unito non potrà conservare l'accesso al mercato unico dell'Ue, se nega la libera circolazione dei cittadini comunitari nel suo territorio. "Nessun privilegio senza doveri", ha detto il cancelliere, aggiungendo che "deve esserci una differenza sensibile" tra essere o meno membro dell'Ue. Per il premier Matteo Renzi, è indubbio che la Brexit "è stato uno shock" ma ora "è tempo di una nuova speranza", siamo "aperti ad una nuova stagione per l'Europa". E anche lui, pur ribadendo il rispetto per la decisione del popolo britannico, ha detto che "non ci possiamo permettere una prolungata incertezza, perché le istituzioni, i mercati, non possono aspettare". La seduta plenaria a Bruxelles è stata molto accesa: il leader euroscettico, Nigel Farage, è stato fischiato e contestato, quando ha detto che non si dimitterà e ha previsto che "il Regno Unito non sarà l'ultimo Paese a lasciare l'Ue" e che il 23 giugno sarà la festa della liberazione per la Gran Bretagna. Mentre a Londra prendono forza i nomi di Theresa May e Boris Johnson come probabili candidati a succedere a David Cameron alla guida dei Tory, il leader laburista, Jeremy Corbyn, si sottopone nel pomeriggio a un voto di fiducia dei suoi deputati, dopo le dimissioni di una trentina di membri della sua equipe. Intanto è stata cancellata la grande manifestazione a favore dell'Europa prevista per oggi a Trafalgar Square (50mila persone previste sono troppe per la capienza dello spazio).

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