lunedì 26 settembre 2016
La pericolosa provocazione di un referendum (senza valore legale) nell'entità a maggioranza serba: «sì» all'unanimità alla celebrazione del 9 gennaio, data in cui iniziò il sanguinoso conflitto.
Bosnia, l'inizio della guerra «festa nazionale»
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In Bosnia-Erzegovina l'entità a maggioranza serba ha votato quasi all'unanimità a favore del mantenimento di una festa nazionale che ricorda la secessione unilaterale della Repubblica Serba. L'evento segnò l'inizio del sanguinoso conflitto culminato nella strage di Srebrenica, dove i serbi massacrarono oltre ottomila musulmani. I risultati definitivi del referendum di domenica nella Republika Srpska (Rs), l'entità a maggioranza serba di Bosnia, non lasciano ombra di dubbio: il 99,81% dei votanti si è detto a favore della festa nazionale del 9 gennaio, una celebrazione tuttavia dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale bosniaca, che la ritiene discriminatoria verso croati, musulmani e altri non serbi residenti nella Rs. L'affluenza alle urne è stata del 55,75% sui poco più di 1,2 milioni di aventi diritto. A diffondere i dati finali è stata oggi la commissione elettorale, che ha sancito la validità del referendum grazie all'affluenza superiore al 50%. La totale assenza di osservatori durante le operazioni di voto suscita molti dubbi sulla veridicità dei risultati, soprattutto tra i bosniaci musulmani. Secondo le liste elettorali formate dalle autorità serbo-bosniache, gli aventi diritto al voto nella Rs sono 1.219.395, mentre secondo l'ultimo censimento nella Rs vivono 1.228.423 persone: ne consegue che solo poco più di diecimila abitanti sono minorenni. La Commissione europea ha ribadito oggi che il referendum di ieri, sconfessato dalla Corte costituzionale, non ha un fondamento legale. A trarre giovamento dall'esito della consultazione sarebbe Milorad Dodik, leader della Rs, in vista delle imminenti elezioni amministrative del 2 ottobre. Il «sì» di domenica finirebbe anche per rafforzare la posizione della Rs all'interno della Bosnia e gli impulsi secessionisti dei serbi di Bosnia.
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