sabato 28 settembre 2013
Le aziende dichiarano un consenso del 95% dei dipendenti. A Parigi gli orari vengono aggirati: acquisti fino all'una di notte con la scusa di un concerto o di un banco per il bar. I sindacati hanno fatto un ricorso in tribunale: 80mila euro di multa per chi resta aperto oltre le 21.
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 "Yes week-end" c'è scritto in giallo e rosso sulle t-shirt bianche dei lavoratori di Leroy Merlin e Castorama, i due giganti francesi del commercio per la casa e il bricolage che domani sfideranno i divieti imposti dal tribunale ed apriranno di domenica.Lavoratori contro sindacati: il braccio di ferro per lavorare oltre gli orari canonici e nei giorni festivi è diventato in Francia una battaglia che rischia di degenerare. Gli schieramenti sono inediti: da una parte i "patron" alleati con i lavoratori, dall'altra i sindacati con i loro ricorsi in tribunale. L'ultimo, di alcuni giorni fa, costringe alla chiusura il numero 1 mondiale della cosmetica, Sephora, migliaiadi metri quadrati di shopping profumato e sofisticato sugli Champs-Elysees, dove già in molti violano regole orarie che sembrano ormai fatte apposta per essere superate. Ci sono supermercati aperti fino a mezzanotte, megastore che con la scusa di un concerto lasciano entrare i giovani a fare acquisti fino all'una di notte, altri punti vendita che hanno trovato la scorciatoia di un banco per il bar e il servizio ai tavolini di modesti spuntini per sforare gli orari e usufruire del trattamento-ristorante.Con l'ordinanza di inizio settimana, alle 21 chiuderanno tutti o quasi e Sephora denuncia che i 50 lavoratori del turno serale (su un totale di 300), tutti volontari e particolarmente motivati al glamour dello shopping notturno, non avranno più lavoro e perderanno un quarto dello stipendio. E che se ne andrà in fumo il 20% degli introiti, che si realizzano proprio quando la gente, finito il lavoro, va a fare spese. "È una decisione che penalizza in modo drammatico l'immagine di Parigi come capitale mondiale", lamenta Jean-Noel Reinhardt, presidente del comitato Champs-Elysees. Il colpo inferto a Sephora è altamente simbolico, trattandosi di una delle insegne di punta del gigante planetario del lusso Louis Vuitton (LVMH).Timorosi di perdere terreno, i sindacati hanno fatto sul serio e nell'ordinanza del tribunale cui hanno fatto ricorso siminacciano 80.000 euro di multa se le saracinesche restano sollevate oltre le 21. La teoria è quella di sempre: "Il lavoro notturno fa male, quello domenicale distrugge il mondo associativo e l'organizzazione del lavoro che noi difendiamo".Per questo, da domani dovrebbero chiudere anche i magazzini dove i parigini si affollano la domenica per fare acquisti per la casa, il giardino e il bricolage. Ma loro, i giganti del fai-da-te sono decisi a disobbedire e oggi i cartelli con scritto "domani aperti" campeggiano nelle loro vetrine. Forti di un consenso dichiarato del 95% dei dipendenti. E ciò nonostante l'ammonimento del ministro per l'Economia sociale, il socialista Benoit Hamon: "È inammissibile che un'insegna non applichi una decisione di giustizia". La pena prevista è un'ammenda di 120.000 euro per ogni punto vendita e per ogni giorno di apertura in violazione delle regole.
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