mercoledì 4 marzo 2015
Il Consiglio d'Europa ha condannato la Francia perch� non si � dotata di una legge che contenga �un divieto chiaro delle punizioni corporali�. In maggio a giudizio l'Italia.
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�Bisogna proibire la sculacciata?�: se lo chiede il quotidiano cattolico francese �La Croix�, e non � una provocazione semiseria ma il titolo col quale il giornale ha aperto a tutta pagina la sua edizione di mercoled� 4 marzo, nel giorno in cui la Francia era attesa dal giudizio sul tema nientemeno che del Consiglio d�Europa. Il verdetto ha rispettato i pronostici: il Comitato europeo per i diritti sociali dell�organismo che riunisce 47 Paesi del continente ha raccomandato alla Francia di dotarsi di una legge che proibisca esplicitamente e condanni la sculacciata e ogni altra punizione corporale nei confronti dei minori. Il Comitato � lo stesso, per capirci, che nel maggio 2014 aveva rampognato l�Italia perch� la legge 194 riconosce il diritto all�obiezione di coscienza � ha sancito che Parigi non rispetterebbe l'articolo 17 della Carta sociale europea perch� non ha nel proprio ordinamento �un divieto chiaro, vincolante e preciso delle punizioni corporali�. A chiedere la condanna della Francia era stata l'ong britannica Approach (Associazione per la protezione di tutti i bambini), che ha presentato ricorsi per lo stesso motivo anche contro l'Italia e altri cinque Stati membri del Consiglio d'Europa (Irlanda, Slovenia, Repubblica Ceca, Cipro e Belgio). La decisione nei confronti dell'Italia � attesa entro maggio, ma se ne pu� gi� facilmente immaginare l�esito: agli occhi del Consiglio d�Europa il nostro Paese ha infatti il "torto" di essere fermo a una sentenza con la quale la Corte di Cassazione, nel 1996, ricordava che non si possono percuotere i bambini dando peraltro semplicemente un�interpretazione completa dell�articolo 571 del Codice penale che sanziona l'�abuso dei mezzi di correzione o di disciplina� definendolo come reato: �Chiunque abusa dei mezzi di correzione o di disciplina in danno di una persona sottoposta alla sua autorit�, o a lui affidata per ragione di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, ovvero per l'esercizio di una professione o di un'arte, � punito, se dal fatto deriva il pericolo di una malattia nel corpo o nella mente, con la reclusione fino a sei mesi�. Aggravanti sono previste �se dal fatto deriva una lesione personale� o addirittura �la morte�. Insomma, altro � un �abuso di correzione�, altro una semplice sculacciata. Ma a Strasburgo non lo sanno, convinti come sono che l�educazione vada regolamentata per legge e che il buonsenso dei genitori (e il rispetto per i figli) non sia pi� una bussola affidabile. Oggi sono 27 i Paesi del Consiglio d�Europa che dispongono di una legge che proibisce ogni tipo di punizione corporale sui bambini. Il primo a dotarsi di una normativa in materia fu la Svezia nel 1979, ma nei soli anni tra il 2000 e il 2007 una ventina di Paesi ne hanno seguito l�esempio, dalla Germania alla Spagna. Una normativa analoga vige anche in 17 Paesi extra-europei, tra i quali 6 africani (incluso il Sud Sudan) e quasi tutta l�America Latina.

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