venerdì 12 febbraio 2016
 Quel «Non lasciamoli soli» che ha fatto squadra
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«Non lasciamoli soli». Un impegno di solidarietà nato spontaneamente davanti agli sguardi dei profughi incrociati, nell’agosto del 2014, nel cantiere di Ankawa Mall, nel giardino della cattedrale di Saint Joseph e poi fin dentro i ruderi di pollai dismessi o in tendopoli non censite da nessuna autorità. Una vicinanza a chi vive nel dolore e nell’abbandono che Focsiv, volendo portare l’«elemento mancante» alle forniture delle grandi agenzie Onu, ha costruito con relazioni capace di dare aiuto e speranza.   Dopo i primi mesi spesi in distribuzioni di kit igienico-sanitari, pacchi alimentari, e vestiti per superare l’emergenza abitativa e quella del freddo, la scelta dei cooperanti – una volta che la gran parte dei profughi è stata trasferita in centri di accoglienza permanenti – è stata di potenziare l’animazione dei minori con strutture stabili. Dalla scorsa estate il team Focsiv – 2 espatriati, 3 collaboratori locali, una decina di giovani animatori, 12 insegnanti di scuola materna – assicura infatti il funzionamento dell’“Hope center” costruito nel campo dei “Mille container” (6.000 abitanti ca): 120 bambini in età prescolare sono seguiti da 8 insegnanti selezionati fra i profughi, mentre una volta al mese si svolge un incontro con i genitori. Un secondo asilo sta per essere avviato nel vicino campo Ashti 128 (1.000 abitanti ca) in cui saranno coinvolti una cinquantina di minori. Al “Mille container” Focsiv ha pure costruito un campo da football e un campo di pallavolo coperto per consentire, nel rispetto della cultura locale, anche alle ragazze di fare sport: sono 12 le squadre da calcio e 4 quelle di pallavolo femminili, tutte con allenatori, che partecipano ai vari tornei cittadini. All’“Hope center”, sono stati organizzati pure corsi di inglese e di informatica per giovani e adulti. L’Università Cattolica ha avviato un percorso sulla resilienza per docenti e animatori a cui ha contribuito pure il Centro sportivo italiano. Prosegue la distribuzione di kit igienico-sanitari, mentre all’inizio di quest’inverno sono state distribuite 300 giacche invernali per bambini e 120 per donne. Focsiv ha pure aperto un ufficio a Kirkuk dove ogni mese, in collaborazione con le autorità locali, sono distribuiti 400 pacchi alimentari e a breve verranno attivati dei corsi di formazione professionale. Da giugno è cresciuta a dismisura la richiesta di medicinali per malati cronici causato dall’aumento dei pazienti (da 1.600 a 2.600) nelle due cliniche della Chiesa sirocattolica e caldea a cui Focsiv ha fornito medicinali per circa 40mila euro. Decisiva è stata la fornitura di un ecografo alla clinica di Saint Joseph, mentre è proseguita la distribuzione di sedie a rotelle per portatori di handicap e la segnalazione dei casi più gravi di disabilità all’Unhcr.  Il progetto «Emergenza Kurdistan», da quest’anno opera pure ad Aleppo (Fondazione maristi per la solidarietà internazionale) e a Beirut (Fondazione Buon pastore), dove sono garantiti programmi di sostegno scolastico rispettivamente a 60 bambini dai 3 ai 7 anni e 250 bambini rifugiati siriani a Beirut di età compresa tra i 6-13 anni avranno garantiti i programmi di sostegno scolastico.
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