mercoledì 29 giugno 2016
Un tribunale ha condannato a morte  tre imputati, di cui due di religione cristiana, in base alla Legge sulla blasfemia. Alla base del caso c'è una lite fra le tre persone per un tentativo di estorsione denunciato da Sindhu alla polizia. LEGGI IL NOSTRO DOSSIER Cristiani perseguitati
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Un tribunale antiterrorismo della provincia pachistana di Punjab ha condannato a morte ieri tre imputati, di cui due di religione cristiana, in base alla Legge sulla blasfemia. Alla base del caso c'è una lite fra le tre persone - Anjum Naz Sindhu e Javed Naz, ambedue cristiani, e Jaffar Ali - per un tentativo di estorsione denunciato da Sindhu alla polizia.   La vicenda ha però assunto connotati pià gravi quando i due arrestati per l'estorsione, Javed Naz e Jaffar Ali, hanno comunicato agli investigatori di essere in possesso della registrazione audio di un sermone di Sindhu con contenuti blasfemi.    Gli agenti hanno allora perquisito la casa di Javed, assicurando di aver rinvenuto la prova del citato sermone offensivo dell'Islam e disponendo l'incarcerazione dei tre per azioni connesse con la blasfemia, reato per cui il Pakistan ha la legge forse più dura del mondo islamico.   Asif, fratello minore di Anjum Naz Sindhu, ha sostenuto che la voce registrata nel messaggio non sarebbe quella del suo parente imputato, sottolineando che durante il processo i giudici non hanno disposto una perizia per verificarne l'autenticità.
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