sabato 11 ottobre 2014
​È stata aiutata dal governo dello Zimbabwe, dove a 16 anni è un esempio per i coatanei: «L’istruzione diventi prioritaria.
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Parla così bene e con così tanta passione che ti chiedi se alla fine davvero farà il revisore contabile, come dice, o se, invece, il suo destino sia di fare altro. Ispirare la gente con la sua storia, testimoniare che si può, se ci si crede davvero, realizzare le proprie aspirazioni. Originaria dello Zimbabwe, Maud Chifamba, 16 anni, è la più giovane universitaria d’Africa e, secondo Forbes, tra le 10 giovani donne più influenti del continente. In questi giorni è in Italia per il lancio della campagna di Terre des Hommes “Indifesa”, che ha l’obiettivo di difendere i diritti di bambine e ragazze, ad esempio contro i matrimoni precoci, e farne le protagoniste del futuro. Proprio come Maud.  «Sono rimasta orfana molto piccola – racconta ad Avvenire  – mio padre è morto quando avevo cinque anni e a quel tempo mia madre era già malata di cancro. È stato mio padre a insegnarmi a pregare e a trasmettermi quello che diceva Nelson Mandela: l’educazione è il modo in cui puoi cambiare il mondo». Immaginate una bambina esile di sei anni, che ogni mattina cammina per sei chilometri  su una strada non asfaltata per raggiungere la scuola. «Eravamo poveri e non avevo i soldi per il pranzo, ed è difficile concentrarsi se non hai mangiato niente. E poi la scuola: non aveva mobili, solo delle panche sulle quali appoggiavamo i libri. E c’erano appena tre insegnanti per sette classi. Ma anche se le cose erano difficili ho sempre pensato che ci fosse Dio a occuparsi di me». Forza di volontà, fede, tenacia, gli insegnamenti del padre: Maud cresce nel villaggio di Wedgedraai e, nonostante le difficili “condizioni di partenza”, a scuola brucia le tappe, superando in anticipo esami di livello superiore. Fino a quando viene notata dal ministero dell’Istruzione ed aiutata con una borsa di studio. Nel 2012, ad appena 14 anni, Maud, una passione per i numeri, è la matricola più giovane dell’Università di Harare e lì punta a laurearsi nell’agosto del 2016, quando avrà appena 18 anni. «Guarda dove sono nata e dove sono adesso – sorride –. Non è solo questione di diplomi o certificati: l’istruzione ti rende più matura. E può essere lo strumento per combattere anche la violenza sulle donne e i matrimoni precoci, un dramma per molte bambine». Nel mondo sono 39mila ogni giorno le nozze con spose bambine. Maud ragiona di un’educazione che «ti fa vedere gli effetti delle tue azioni, come il dolore emotivo per le ragazze, i rischi a cui sono sottoposte ». «È sbagliato affrontare una tale questione guardando solo agli effetti e non anche alle cause. Spesso le famiglie povere danno in sposa una bambina per denaro: bisogna educare sulle conseguenze, far capire le opportunità perse da quella bambina». Per i suoi compagni Maud è diventata un modello.  Viaggiare le piace, ma alla fine torna sempre a casa. «Fuori ci sono tante opportunità – nota – si può guadagnare di più. Ma non puoi comprare la felicità. La cosa più importante è che anche altri possano avere le mie chance. Perché troppi bambini non hanno scelta. Bisogna offrirne una, soprattutto alle ragazze. Per questo ho lanciato una petizione internazionale su Change.org: chiedo che la loro istruzione diventi un obiettivo prioritario della comunità internazionale. E serve l’impegno di tutti».
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