venerdì 19 settembre 2014
Bocciata la secessione. Il leader indipendentista Salmond annuncia le dimissioni da primo ministro: «Ora si onorino le promesse» di devolution. Barroso: Ue unita e più forte. 
Le Borse europee chiudono contrastate | I titoli dei quotidiani britannici
Ha vinto la maggioranza silenziosa di Paolo M. Alfieri
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La Scozia ha detto no all'indipendenza e la sterlina vola ai suoi massimi sull'euro da due anni a questa parte. Risultati finali: vince il no al 55%, Sì al 45%. Affluenza record all'85%. Nella notte più lunga è sfumata dunque la battaglia per staccarsi da Londra e il Regno resta Unito, così come sancito oltre 300 anni fa. Poco ha potuto la passione, la campagna fino all'ultimo voto combattuta dagli indipendentisti. Si allontana quella "occasione della vita" sulla quale il premier di Edimburgo, Alex Salmond, capofila del fronte del Sì, aveva puntato tutto. Nel pomeriggio Salmond ha annunciato che si dimetterà dalla carica di first minister della Scozia a novembre, quando lo Scottish National Party sceglierà un nuovo leader. La Scozia, ha detto Salmond nella conferenza stampa, esce dal voto del referendum in "una posizione molto forte". Salmond si è detto "orgoglioso" della campagna per il "sì" all'indipendenza. "Ora abbiamo l'opportunità di chiedere a Westminster di mantenere la promessa fatta e di devolvere nuovi e significativi poteri alla Scozia".  Il first minister ha però lamentato che nel corso di una telefonata avuta oggi con David Cameron, il premier, pur confermando l'intenzione di procedere come annunciato, "non ha voluto impegnarsi per un voto in seconda lettura sulla legge per la Scozia entro il 27 marzo". Si trattava di "una chiara promessa fatta da Gordon Brown", ha sottolineato Salmond. Infine, Salmond ha annunciato che non ripresenterà la sua candidaturaalla leadership dell'Snp nel congresso in programma a Perth dal 13 al15 novembre.In serata è arrivata anche l'attesa dichiarazione scritta della Regina Elisabetta, che ha seguito da vicino e con interesse il dibattito sul referendum in Scozia. Dopo le discussioni e i dibattiti nel referendum scozzese "ora andiamo avanti", si legge nella nota personale inviata dalla residenza di Balmoral in Scozia. Nonostante la differenzadi opinioni "abbiamo in comune un amore duraturo per la Scozia,che è una delle cose che aiuta a tenerci uniti"."Gli scozzesi hanno mantenuto unito il nostro Paese formato da quattro nazioni e come milioni di altre persone sono felicissimo". Lo ha dichiarato David Cameron, assicurando che gli scozzesi "avranno più poteri sulla gestione dei loro affari", ma che questo varrà "ugualmente per gli abitanti di Inghilterra, Galles e Irlanda del nord". Nel suo discorso a Downing Street Cameron ha difeso la decisione di concedere agli scozzesi il referendum sull'indipendenza. "Avremmo potuto bloccarlo, avremmo potuto affossarlo", ha detto, ma "è stato giusto" consentire agli scozzesi di pronunciarsi. "Sono un democratico", ha sottolineato il premier. Dopo il risultato, che ha stabilito la questione "per una generazione", per Cameron "non possono esserci dispute, rivincite: abbiamo ascoltato la volontà del popolo scozzese". Per il premier, "così come la Scozia voterà separatamente nel Parlamento scozzese sulle proprie questioni in materia fiscale, spesa pubblica e welfare, così anche l'Inghilterra, come il Galles e l'Irlanda del Nord dovrebbero essere in grado di votare su questi temi e tutto ciò deve avvenire in concomitanza con l'accordo per la Scozia", ha detto Cameron, che si è augurato una convergenza degli altri partiti su questo progetto di devolution. Barroso: una Ue aperta e più forte. "Accolgo con favore la decisione del popolo scozzese per mantenere l'unità del Regno Unito. Questo risultato è un bene per l'Europa unita, aperta e più forte sostenuta dalla Commissione europea". Così il presidente della Commissione Jose Manuel Barroso sul voto al referendum in Scozia. "La Commissione europea - prosegue Barroso - accoglie con favore il fatto che durante il dibattito negli ultimi anni, il governo scozzese e gli scozzesi hanno più volte ribadito il loro impegno europeo. La Commissione europea continuerà a impegnarsi in un dialogo costruttivo con il governo scozzese, nelle aree sotto la sua responsabilità, che sono importanti per il futuro della Scozia, tra cui l'occupazione e la crescita, l'energia, il cambiamento climatico e l'ambiente, e a favore di una regolamentazione più intelligente". Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha scritto a Cameron: "Il Governo italiano, anche nella veste di presidente di turno dell'Unione Europea, si rallegra del risultato del voto democraticamente espresso dal popolo scozzese". "L'Unione Europea - prosegue il messaggio - trarrà sicuro giovamento da un rinnovato impegno del Regno Unito a rafforzare la nostra azione comune per dare risposte concrete alle giuste richieste dei nostri cittadini di sviluppo economico e capacità di affrontare le tante sfide internazionali", si legge. Gli Stati Uniti "danno il benvenuto al risultato del referendum di ieri sull'indipendenza della Scozia e si congratulano con il popolo scozzese per il loro pieno ed energico esercizio di democrazia", ha affermato il presidente americano Barack Obama in un comunicato diffuso dalla Casa Bianca.
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