sabato 10 gennaio 2015
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«Non sono credente ma ho condiviso tante lotte dell’Abbé Pierre e per lui nutro grande rispetto. Ha avuto una vita straordinaria». Così il vignettista Jean Cabut, una delle vittime della strage terroristica nella redazione del settimanale Charlie Hebdo, parlava del celebre frate francese, fondatore della Comunità Emmaus, da sempre in difesa degli ultimi e dei diseredati.  E nel libro Tutte le sfide dell’abbè Pierre, Vita del fondatore di Emmaus (Editrice Missionaria Italiana), una sorta di 'biografia ufficiale' del religioso transalpino, compaiono anche le due vignette dell’abbè, disegnate proprio da Cabut e qui riprodotte.

Nel libro di Denis Lefèvre, Cabut racconta il suo primo 'incontro a distanza' con il cappuccino dei poveri: l’inverno 1954, 'l’insurrezione della bontà' a Parigi a seguito dell’appello dell’abbé per i senza tetto: «Ricordo bene che faceva molto freddo. Ero al liceo e già leggevo il Canard enchaîné. Ma ricordo soprattutto le battaglie condotte in seguito dall’Abbé Pierre. Mi è subito parso un sognatore, un precursore». 

 L’ammirazione del vignettista morto per mano terroristica si era già espressa in un intero album di disegni, À votre bon coeur, pubblicato nel 1995.
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