giovedì 21 agosto 2014
Un giornale arabo parla di possibile liberazione. Ma resta forte l'apprensione per Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, le volontarie scomparse in Siria. Per l'Isis i rapimenti forma di finanziamento.
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"Siamo ottimisti e speriamo di riabbracciare al più presto Vanessa e la sua amica Greta, anche se l'angoscia cresce". Ha detto Salvatore Marzullo, il padre di Vanessa, la volontaria di Brembate (Bergamo) rapita in Siria con Greta Ramelli, dopo le notizie diffuse dal quotidiano panarabo al Quds al Arabi, secondo cui le ragazze stanno bene e potrebbero essere rilasciate presto, e quelle riportate dall'edizione americana online del Guardian che parlano di 2 donne italiane nelle mani dell'Isis. Il giornale britannico Guardian invece in precedenza aveva affermato che le due volontarie italiane potrebbero essere finite in mano a militanti dell'Isis, che avrebbero anche sequestrato altri due stranieri: un danese e un giapponese. I sequestri porterebbero a una ventina il numero degli stranieri ostaggio dei militanti islamici. Sarebbero giornalisti, fotografi o operatori umanitari. Il quotidiano britannico sottolinea che in generale i rapimenti si sono dimostrati un buon business per i militanti islamici dal momento che negli ultimi sei mesi almeno dieci ostaggi tra cui un danese, tre francesi e due spagnoli sono stati liberati dopo lunghi negoziati con i rapitori che avevano chiesto in cambio un riscatto. Uno dei principali negoziatori potrebbe essere il terrorista di origine britannica che ha decapitato il giornalista americano James Foley. Farebbe parte di una cellula di jihadisti, di nazionalità britannica appunto, che agirebbero in Siria, a Raqqa in particolare, principalmente come carcerieri di ostaggi stranieri. Secondo la descrizione fornitaal Guardian da una fonte, un ex ostaggio degli stessi estremisti, secondo cui l'esecutore dell'omicidio di Foley con l'accento inglese potrebbe essere proprio uno di loro, forse il leader del gruppo.Secondo quanto raccontato al giornale dall'ex ostaggio, rimasto per unanno nelle mani dei sequestratori a Raqqa, l'individuo britannico in questione sarebbe intelligente, istruito e seguace devoto dell'Islam radicale. I tre sarebbero di nazionalità britannica e per questo chiamati "i Beatles", secondo l'ex ostaggio.
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