mercoledì 27 aprile 2016
La testimonianza del vicario apostolico di Aleppo su come molte famiglie gli lascino le chiavi per «ospitare lì altre famiglie in fuga». «Ci sono tanti samaritani in Siria, cristiani e non». I 3mila bimbi profughi rifiutati da Londra
Aleppo, lasciano case ad altre famiglie in fuga
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Alcune famiglie siriane che lasciano Aleppo hanno già lasciato le chiavi del proprio appartamento tutto arredato nelle mani del vicario apostolico della Sarajevo del XXI secolo, come è stata ribattezzata Aleppo. «Questo ci permette di ospitare lì altre famiglie in fuga» ha spiegato monsignor Georges Abou Khazen. «Ci sono tanti samaritani in Siria, cristiani e non, - ha proseguito il vicario apostolico di Aleppo - questo ci consola. E vedendo loro ci dà molta forza. Nella comunità cristiana c'è molta più condivisione del necessario: quel poco che hanno lo stanno condividendo». La Siria che non c'è più Quattro milioni di abitanti, ridotti a meno della metà, dopo quattro anni di sanguinosi combattimenti; simbolo di speranza, ma anche di sofferenza per la comunità cristiana locale, che prima del conflitto contava circa 200mila appartenenti, mentre oggi è ridotta a non più di 90mila unità; dimezzate anche le 30 chiese attive in città. Una tragedia che accomuna tutti coloro che sono rimasti ad Aleppo e che è stata raccontata dal vicario apostolico latino di Aleppo: «Se la nostra terra e il Medio Oriente verranno svuotati della presenza cristiana sarà un impoverimento per tutti». E anche tanti musulmani sono convinti di questo. «Una guerra che vinceremo con la preghiera, con la carità, la solidarietà fra di noi e la misericordia», ha continuato il francescano. Ed anzi, proprio questo Anno santo della Misericordia, deve servire ai cristiani per ricostruire quelle tessere di convivenza e di amicizia che componevano il ricco mosaico siriano, composto prima del conflitto da ben 23 diversi gruppi etnici e religiosi. Minori siriani bloccati a Calais, la Gran Bretagna non li vuole Sulla questione dei minori siriani rimasti intrappolati a Calais che la Gran Bretagna non vuole accogliere il vescovo Abou Khazen, intervistato da Tv2000 ha affermato: «Abbiamo tanti bambini soli che meritano un'attenzione umana maggiore. Davanti a tanta sofferenza come si fa ad essere tanto indifferenti». Ma per il momento la situazione è ancora bloccata. Ecco l'iter legislativo al Parlamento inglese La Camera dei Lord britannica ci riprova, approvando a tarda sera un nuovo emendamento all'Immigration Bill contrario alla decisione del governo conservatore di David Cameron di limitare l'accoglienza promessa di 3mila bambini in fuga dalla guerra in Siria ai soli campi profughi del Medio Oriente e di escludere i piccoli rifugiati già approdati in Europa: inclusi quelli accampati a Calais. L'emendamento, proposto alla Camera alta da lord Afred Dubs, 83 anni, pari laburista che da bambino fu uno profugo dalla Cecoslovacchia occupata dai nazisti e come altri piccoli ebrei non accompagnati venne accolto a Londra a Liverpool Station, è passato con 279 sì e 172 no. Ma potrebbe restare sulla carta come una precedente proposta analoga pure varata dai Lord e poi fatta cadere l'altro ieri alla Camera dei Comuni, dove i conservatori dispongono di una maggioranza assoluta assai più militante.Cameron finora ha sempre detto no a ogni suddivisione di quote di profughi con altri Paesi Ue, sostenendo di non voler incoraggiare i viaggi della disperazione.
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