giovedì 21 luglio 2016
​Presidente francese meno flessibile della Merkel nei confronti del Regno Unito. Vuole spiegazioni sul motivo per cui la Gran Bretagna prende tempo sul Brexit. Irlanda del nord e Scozia potrebbero staccarsi da Londra
La premier britannica May ora vola da Hollande
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​Toccherà al presidente francese Hollande, questa sera, incontrare il neo premier Tory Theresa May durante il suo primo viaggio in Europa dopo il referendum del 23 giugno nel quale la Gran Bretagna ha deciso di lasciare l'Unione Europea. In cima all'agenda, naturalmente, le condizioni e i tempi della Brexit anche se la May ha già dichiarato che l'articolo 50, che avvia il processo formale di separazione di uno stato membro da Bruxelles, non verrà attivato "prima della fine dell' anno".  La May arriva all'Eliseo dopo aver visto, ieri, Angela Merkel, con la quale ha concordato un'uscita graduale dalla Ue. La Cancelliera tedesca ha dato una mano alla May dichiarando che il Regno Unito fa bene a prendere tempo per studiare il modo migliore di staccarsi da Bruxelles. La Francia si presenta più rigida della Germania all'appuntamento con la neopremier britannica. Il presidente Hollande ha detto di volere una spiegazione sul motivo per cui il Regno Unito sta rallentando il processo di separazione dall'Unione Europea. Il presidente francese parlava da Dublino dove ha incontrato il primo ministro Enda Kenny col quale poi ha fatto un comunicato incoraggiando la Gran Bretagna ad accelerare i tempi. Irlanda del Nord e Scozia non intendono seguire l'esempio della Gran Bretagna e uscire dall'Ue anche se questo rappresenterà, di fatto, la rottura del Regno Unito che è, per ora, un'unione di queste due regioni più Inghilterra e Galles. Il nord Irlanda, poi potrebbe riunirsi con la Repubblica d'Irlanda. Uno scenario che è stato evocato, lunedì scorso, daKenny, il quale non esclude anche dei referendum pensati per ottenere proprio questo risultato. Per il momento le aziende britanniche sembrano reggere bene l'impatto del Brexit e l'economia del Regno Unito non ha subito il rapido rallentamento temuto alla vigilia del voto secondo i dati pubblicati dalla Banca d'Inghilterra. Ad essere calata, in modo significativo, secondo dati forniti dal "Royal Institute of Chartered Surveyors", l'ente responsabile degli standard di terreni e immobili, è la domanda di investimenti per proprietà commerciali britanniche. Lo choc della Brexit, come suggerito da alcuni all'indomani del voto, potrebbe rafforzare il sostegno all'Unione dentro i vari paesi europei. Questo è quello che sta succedendo in Germania, secondo un sondaggio condotto dall'istituto Allensbach per il quotidiano tedesco "Frankfurter Allgemeine Zeitung". Il 78% degli interpellati della ricerca, infatti, si è detta favorevole alla permanenza della Germania nell'Ue, una percentuale che è anche superiore tra i votanti dei partiti tradizionali Cdu-Csu, Spd, Verdi e liberali. Ad essere più tiepidi verso l'Ue sono soltanto gli aderenti del partito nazional-populista "Alternative fuer Deutschland" tra i quali è il 28% ad essere a favore dell'Europa.
 
 
 
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